
VERBANIA – 27.01.2018 – Una donna semplice
e all’apparenza dimessa, impegnata, risparmiatrice e generosa, molto generosa. Questa era Fosca Castelletti, benefattrice di numerosi enti di assistenza verbanesi scomparsa a 89 anni nell’agosto del 2015 all’Eremo di Miazzina. Alla sua morte ha lasciato, con un preciso testamento scritto di suo pugno, circa un milione e mezzo di beni destinati alla Croce Rossa, alla Croce Verde, All’Asl, all’istituto “Muller”, alla Sacra Famiglia, all’associazione italiana per la Ricerca sul cancro e alla parrocchia di Trobaso. Nessuno si aspettava che quella signora gentile e riservata, che ha sempre lavorato e non s’è mai sposata, avesse un simile patrimonio. Pochi i dubbi sul suo altruismo e sul suo carattere.
Fosca Castelletti era nata a Trobaso nel 1926 e s’era trasferita da bambina a Intra, perché il padre era portinaio alla Nestlè. Diplomata alle Commerciali, a 16 anni iniziò a lavorare come impiegata nella stessa fabbrica. Negli anni ’70 fu trasferita ad Abbiategrasso, diventando segretaria di direzione. Stava via tutta la settimana e rientrava a Verbania solo nel fine settimana. A inizio anni ’80 andò in pensione e iniziò a condurre un’esistenza semplice ma operosa nella casa di Trobaso inizialmente divisa con la madre. Frequentatrice della parrocchia, era impegnata negli spettacoli teatrali in dialetto. Amava l’opera e frequentava assiduamente il teatro Regio di Torino. Era una grande lettrice di libri e ascoltava – come tanti della sua generazione – più la radio che la televisione.


