VERBANIA – 19.01.2018 – Arona per lui era off limits,
vietata perché in passato aveva ricevuto dalla questura il foglio di via e il divieto di ingresso in città. Ma quella sera – il 3 maggio del 2016 – vi transitò in motorino, incappando in un posto di controllo dei carabinieri che, letti i precedenti di polizia e preso atto del divieto, lo denunciarono. È iniziata così la disavventura a lieto fine di un 45enne residente nel basso Verbano, che ieri è comparso di fronte al tribunale di Verbania per rispondere della violazione del codice antimafia e delle norme di prevenzione e sicurezza. Rischiava una severa condanna ma le giustificazioni addotte dall’imputato e le motivazioni del suo difensore, avvocato Antonello Riccio, hanno convinto il pm Anna Maria Rossi e il giudice Raffaella Zappatini che non si trattò di una vera e propria violazione. Residente a nord di Arona, l’uomo alle 21,15 viaggiava in sella al suo Ciao in direzione di Castelletto Ticino, dove viveva la figlia avuta dalla ex moglie. Andava a trovarla – ha raccontato – e i carabinieri lo fermarono in corso Liberazione, sulla statale, sulla principale arteria di collegamento con Castelletto. “Ero in transito, non volevo fermarmi ad Arona”, ha spiegato l’imputato, che non ha nascosto il suo passato molto turbolento dal quale sta cercando di riscattarsi con un nuovo lavoro.
La sua versione e i fatti hanno indotto il pm a chiedere l’assoluzione per l’insussistenza del fatto, così come disposto dal giudice.


