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VERBANIA – 18.01.2018 – Non solo non aveva completato

i lavori di ristrutturazione per i quali aveva incassato un sostanzioso acconto, ma aveva anche preso l’abitudine di utilizzare, all’insaputa della committente, l’appartamento che doveva curare. Appropriazione indebita è il reato per il quale il giudice Raffaella Zappatini del tribunale di Verbania ha condannato a sei mesi (la stessa pena chiesta dal pm Anna Maria Rossi) Daniele Sanzio, muratore che tra il marzo e il maggio del 2014 stava lavorando a una ristrutturazione edilizia in Arona.

I lavori gli erano stati commissionati da una donna che, prossima a trasferirsi full time da Milano sul Verbano dopo la pensione – “mancata” a causa della legge Fornero – aveva investito in quell’alloggio. L’operaio edile l’aveva conosciuto proprio nell’agenzia immobiliare e, con lui, aveva concordato alcuni interventi per 23.000 euro (metà saldati subito), tra cui l’installazione di una vasca a idromassaggio. Fu la vasca che, nei giorni di presenza ad Arona, la insospettì. La trovò sporca, con gli oli essenziali che lei utilizzava per il bagno quasi esauriti. Anche il water era intasato, segno che probabilmente l’alloggio veniva utilizzato non solo come cantiere. Nel frattempo i lavori non soddisfa vano la proprietaria, che fu pressata anche dalle richieste economiche di alcuni fornitori nonostante lei avesse consegnato a Sanzio altro denaro. Quando il rapporto fiduciario fu compromesso, faticò a riavere indietro le chiavi e, cambiata la serratura, sporse denuncia. E un’altra la presentò successivamente quando, incontrando per strada il muratore, si sentì verbalmente aggredita e minacciata.

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