TORINO – 14.12.2017 – In parte assolto ma comunque condannato
anche in secondo grado e con una drastica riduzione di pena. La Corte d’Appello di Torino ha parzialmente riformato la sentenza con cui il tribunale di Verbania, nell’aprile dell’anno scorso, aveva condannato a sette anni e otto mesi di reclusione – con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici – un 43enne di Gravellona Toce accusato di violenza sessuale. La vittima era una donna più giovane di lui, una ex amante con cui aveva avuto una relazione in seguito alla quale lei aveva lasciato il marito. Tra il 2012 e il 2013, in un periodo in cui i due non si frequentavano più, c’erano stati contatti e messaggi reciproci, e anche tre incontri di natura sessuale – due sul luogo di lavoro di lei, uno a casa di un parente –, denunciati dalla donna come non consenzienti e qualificati dalla Procura della Repubblica di Verbania come violenza sessuale. Nel processo di primo grado, il collegio presieduto da Luigi Montefusco aveva accolto la tesi del pm Gianluca Periani, condannandolo per i tre episodi ma anche per lesioni e stalking. I giudici di secondo grado, invece, hanno riconosciuto un solo episodio come violenza – uno dei due avvenuto sul luogo di lavoro –, riducendo anche la pena. La parte civile, che in primo grado era stata risarcita di 20.000 euro, ha visto ridotto a 10.000 l’indennizzo. L’avvocato difensore dell’imputato, Gabriele Pipicelli, pur accogliendo positivamente le assoluzioni per alcuni episodi, attende le motivazioni della sentenza per il ricorso in Cassazione avendo sempre sostenuto la tesi secondo cui tutti i rapporti furono consenzienti.


