VERBANIA – 14.12.2017 – Il collier di Bulgari
che da tre anni giace nel deposito prove del tribunale potrà tornare nel caveau del negozio di Milano da cui manca da tre anni. S’è concluso con l’assoluzione e il dissequestro del corpo di reato il processo che al tribunale di Verbania ha visto imputata una manager della multinazionale dell’oreficeria. Il 23 marzo del 2014 la donna, responsabile delle relazioni esterne, viaggiava sul treno Milano-Basilea diretta alla fiera internazionale dell’orologeria, la più grande e importante del mondo. Nel bagaglio aveva con sé alcuni monili di rappresentanza, gioielli che avrebbe dovuto indossare nelle occasioni mondane di Basilea e che aveva ricevuto – come da prassi – in comodato dal negozio Bulgari di Milano. Un doganiere molto zelante, nel passarli in rassegna, vide che un collier del valore di qualche decina di migliaia di euro, aveva come pendente un tetradramma macedone del II secolo avanti Cristo, una moneta antica che, secondo il funzionario, non poteva essere portata al di fuori dei confini nazionali senza autorizzazione perché violava le norme a tutela del patrimonio artistico. Proprio queste norme hanno portato la manager a processo. Dopo l’istruttoria dibattimentale in cui è emerso palesemente che non si trattava di un oggetto antico ma di un gioiello adornato da una moneta d’epoca, peraltro di modesto valore, di una certa diffusione e in verità nemmeno patrimonio archeologico nazionale, è stato lo stesso pubblico ministero Anna Maria Rossi a chiedere l’assoluzione, che il giudice ha accordato disponendo anche il dissequestro del monile.


