
VERBANIA – 30.11.2017 – Rito abbreviato condizionato
all’audizione dei periti psichiatrici di difesa e della Procura. Si deciderà il 23 gennaio la sorte di Marco Tacchini, il 34enne che la vigilia di Natale dell’anno scorso uccise a coltellate, in casa e nella stanza accanto a quella della figlia che stava dormendo, la compagna di 29 anni Alessia Partesana, operatrice sociosanitaria. Da quel giorno il giovane è detenuto in carcere. Per lui il sostituto procuratore Nicola Mezzina ha chiesto il giudizio immediato, anche all’esito dell’incidente probatorio del 27 settembre in cui sono state ascoltate le relazioni dei periti che l’hanno dichiarato capace di intendere e di volere e di stare in giudizio. Di diverso avviso è l’avvocato difensore dell’imputato, Gabriele Pipicelli, che nell’udienza di oggi dal gup Elena Ceriotti ha reiterato la richiesta di poter ascoltare il proprio consulente tecnico, il dottor Giorgio Farina, subordinando questa testimonianza appunto al rito abbreviato, formula che ha il vantaggio di ridurre la pena massima dall’ergastolo a trent’anni, e che permette di celebrare il processo a Verbania davanti al gup piuttosto che in Corte d’Assise a Novara con un collegio e la giuria popolare. Processo che ha già due date indicate: il 12 dicembre per ascoltare i periti, e il 23 gennaio per la sentenza.
Oggi il gup ha anche ammesso tutte le parti civili che avevano chiesto la costituzione: i genitori della vittima, la sorella e – tramite tutore legale – la figlia. Per scelta resta fuori dal processo la famiglia della bambina che Alessia aveva avuto da una precedente relazione e che vive con il padre.


