VERBANIA – 29.11.2017 – Il miglior prodotto sul mercato,
quello con l’etichetta Dop che porta il nome della città di Bronte e che cresce alle pendici dell’Etna. Questo pensava di aver acquistato l’esercente di Verbania, che impiegava pistacchio di Bronte per le proprie lavorazioni incurante che il prodotto fosse contraffatto. La scoperta è avvenuta durante un controllo, che ha portato i carabinieri del Nas – Nucleo antisofisticazione e sanità – sino a Biella, nell’impresa che riforniva il commerciante e che, a sua volta, era all’oscuro del raggiro. I militari sono quindi risaliti al venditore all’ingrosso, una società di Catania intestata a una ventiduenne. Una società non autorizzata ad apporre il marchio Dop ai suoi prodotti e che non appartiene al Consorzio dei produttori locali di pistacchio. Per queste ragioni la giovane è stata denunciata per frode in commercio e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari. I carabinieri hanno sequestrato nel Biellese quattro lotti di pistacchi “taroccati” da 400 chili l’uno, per un totale di 1,6 quintali.


