MILANO – 23.11.2017 – Le accuse sono state confermate
anche in secondo grado e solo in un caso la pena è stata ridotta. Oggi in Corte d’Appello a Milano è stato scritto il secondo capitolo del processo per terrorismo internazionale scaturito dal blitz dell’aprile 2016 effettuato da polizia e carabinieri su richiesta della Procura di Milano. Tra le sei persone arrestate c’era anche Wafa Koraichi, 24enne di origine marocchina residente – con il marito pizzaiolo e un figlio piccolo – a Baveno, lavapiatti in un ristorante locale. Sorella del foreign fighter Mohamed Koraichi, era affiliata alla cellula lombarda di cui facevano parte – tra gli altri – Abderrahim Moutaharrik, pugile e atleta di kickboxing, e sua moglie Salma Bencharki. Koraichi, ritenuta il contatto tra il Marocco e l’Italia, colei che aveva dato ai Moutaharrik il via libera per partire per il califfato con moglie e figli e mettersi a servizio dell’Isis, era stata condannata in primo grado a 3 anni e 4 mesi. Oggi la Corte d’Appello ha confermato sentenza e pena, così come per Moutaharrik (sei anni). La moglie, invece, ha ottenuto uno sconto da 5 anni a 3 anni e 4 mesi per la concessione delle attenuanti generiche e, soprattutto, s’è vista restituita la patria potestà sui due figli piccoli revocata come pena accessoria in primo grado.


