VERBANIA – 02.08.2017 – Come tagliare le piante sgradite
tagliando anche la burocrazia? Con un’ordinanza. Accade a Verbania, dove lo scorso aprile, a ridosso del XV Aprile, sono stati segati alla radice i due esemplari di osmanto che attorniavano il monumento ai Caduti del lungolago. Per qualcuno è stata una decisione giusta, per altri uno scempio. Come spesso accade la scelta ha diviso, ma poco importa perché le opinioni sul giusto/sbagliato, bello/brutto sono soggettive e nulla rilevano. Ciò che rileva è il modo in cui s’è arrivati al taglio.
Essendo il lungolago di Intra una zona sottoposta a vincolo paesaggistico (come quasi tutta Verbania), prima di modificarne l’aspetto abbattendo le due piante, si sarebbe dovuta chiedere l’autorizzazione alla Soprintendenza. A lavori eseguiti, a inizio maggio, abbiamo cercato l'autorizzazione ma sul sito internet del Comune di Verbania non vi era traccia di parere, permesso, autorizzazione. Allora, sfruttando le recenti norme sull’accesso civico generalizzato – il cosiddetto Foia varato dal ministro della Semplificazione Marianna Madia (leggi qui per capire che cos’è) – abbiamo spedito una pec alla Soprintendenza piemontese competente per il Vco, chiedendo di avere copia dell’autorizzazione. Partita il 25 aprile, protocollata il 27, l’istanza ha avuto risposta il 29 maggio. La risposta è stata che “agli atti di quest’Ufficio risulta l’Ordinanza Sindacale (…) emessa dalla Città di Verbania per ragioni contingibili ed urgenti ai sensi dell’art. 54 del D.Lgs 267/2000, documento per il quale i termini di legge non prevedono l’emissione di alcuna autorizzazione paesaggistica”.
Prima di esaminare l’ordinanza, reperita il 29 maggio (data della sua pubblicazione), vediamo che cos’è un’ordinanza contingibile e urgente (l’art. 54 del D.Lgs è consultabile qui). Secondo la legge ci sono casi eccezionali in cui il sindaco agisce “nei servizi di competenza statale” sostituendosi all’”ufficiale di governo”. Casi che, sostanzialmente, riguardano l’ordine e la sicurezza pubblica. Per esempio: crolla un muretto e una strada viene chiusa, c’è un alto tasso di inquinamento atmosferico, un certo evento potrebbe portare in piazza persone in stato di ubriachezza... In questi casi il sindaco con un’ordinanza può obbligare a rimuovere i detriti del muretto, vietare la circolazione, proibire la vendita di alcolici.
Contingibile secondo l’enciclopedia Treccani significa “che può accadere imprevedibilmente”. Lo stesso dizionario spiega che “è termine in uso nel diritto pubblico, di solito in unione con l’aggettivo urgente, per qualificare situazioni e circostanze di grave ed eccezionale necessità che, non potendo esser fronteggiate con i mezzi ordinarî, danno all’autorità il potere di emettere provvedimenti di carattere straordinario e di durata temporanea, in deroga alla legislazione vigente”.
Ora, quali sono le ragioni contigibili e urgenti, cioè di grave e eccezionale necessità, per eliminare i due osmanti? Leggendo l’ordinanza numero 8/2017 firmata dal sindaco Silvia Marchionini si capisce che “il loro (degli osmanti, ndr) eccessivo sviluppo impedisce l’accesso e la vista laterale dello stesso dove sono riportati i loro nomi (dei Caduti, ndr)”, “le piante non sono più compatibili con l’area visto lo sviluppo che hanno raggiunto e l’oggettiva impossibilità a ridurne le dimensioni senza snaturare lo stato paesaggistico dei luoghi”, “la sostituzione dei soggetti rimossi è prevista con specie maggiormente compatibili con l’area nel progetto in fase di approvazione della Manutenzione del lungolago di Intra”. Ciò premesso “al fine di prevenire e eliminare pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini”, vanno tagliati. Nel testo non vi è accenno a quali fatti straordinari e imprevedibili siano accaduti e quale pericolosità per l’incolumità pubblica ne sia derivata.
Abbiamo quindi chiesto al Comune, sempre attraverso il Foia, di poter avere il documento che certificava la contingibile urgenza e, soprattutto, la pericolosità per l’incolumità pubblica. La richiesta è stata spedita il 20 giugno, sollecitata il 25 luglio e è arrivata ieri sotto forma di una pagina con due fotografie e sei righe scritte dall’agronomo Paolo Rabbogliatti in cui si spiegano le tre soluzioni per “rendere agibili i lati del monumento”: 1) eliminare gli arbusti e mettere il prato, 2) eliminarli sostituendoli con arbusti più piccoli, 3) eliminarli e sostituirli con piante di forma piramidale. Nulla si dice su urgenza, contingenza o pericolo.
Nel frattempo, poiché la legge dice che le ordinanze contingibili e urgenti vanno preventivamente comunicate alla prefettura, abbiamo chiesto informazioni a Villa Taranto. Il 17 giugno il viceprefetto Michele Giacomino ci aveva risposto spiegando che “l'omessa comunicazione preventiva dell'ordinanza al Prefetto non incide sulla legittimità del potere sindacale (…), tenuto anche conto dei presupposti specificamente tecnici, nella fattispecie in esame, della materia (potenziale pericolosità di vegetazione arborea secondo valutazione statica)”. In sostanza ci ha scritto che trattandosi di incolumità pubblica il Comune poteva agire in via eccezionale con ordinanza.
Letti gli atti, questa eccezionalità non appare così evidente e, anziché un’ordinanza e un provvedimento straordinario, forse si sarebbe dovuto procedere con una richiesta alla Soprintendenza, la stessa che tutti i cittadini avanzano quando hanno il medesimo problema, non potendo disporre del potere di ordinarselo. Tranne in questo caso in cui l'ordinanza taglia le piante e... la burocrazia.


