VERBANIA - 16-03-2023 -- Il giudice gli ha riconosciuto le attenuanti, contenendo la pena al minimo e convertendola in una sanzione pecuniaria, ma l’ha comunque ritenuto colpevole. Detenzione di materiale pedopornografico è il reato per il quale è stato condannato un cittadino del Marocco residente in Ossola. Nel 2018 un conoscente, pluripregiudicato con il quale condivideva saltuariamente l’abitazione, gli portò via -con la forza, tanto che per quel fatto è stato condannato per rapina- uno dei due cellulari che possedeva. Una volta visto il contenuto, lo portò immediatamente alla polizia, denunciandolo perché in memoria vi erano 13 immagini di natura sessuale ritraenti minori, immagazzinate in memoria nell’arco di un anno, tra il 2017 e il 2018, e di ignota provenienza.
Per la Procura e il pm Laura Carrera il possesso di quei file, ascrivibile all’imputato, è una chiara violazione del codice penale, da punire. Nella requisitoria del processo che s'è chiuso oggi dopo un lungo iter, ha chiesto che venisse condannato a un anno e mezzo e a 4.000 euro.
Per la difesa -e il marocchino l’ha confermato rilasciando spontanee dichiarazioni- è stato tutto un equivoco e, anzi, una macchinazione del conoscente, che voleva screditarlo.
Il giudice Marianna Panattoni ha accolto la tesi accusatoria ma, riconoscendo le attenuanti, è scesa a una pena di 6 mesi e 1.050 euro di multa, convertiti come prevede la riforma Cartabia, in 1.800 euro da saldare in 10 rate da 180 l’una. Più severe, come da legge, le pene accessorie: interdizione perpetua dall’ufficio della curatela, dalle scuole e dai luoghi pubblici e privati frequentati da minori, interdizione dai pubblici uffici per la durata della pena.


