
VERBANIA – 04-03-2023 -- Il ricorso è inammissibile e l’assoluzione diventa definitiva. La Cassazione ha scritto l’altro ieri un’altra pagina della lunga vicenda giudiziaria riguardante l’ex Montefibre di Verbania.
Nella fabbrica chimica chiusa alla fine degli anni ‘80, dopo oltre mezzo secolo di attività, sui morti e i malati d’amianto s’è acceso, nei primi anni Duemila, il riflettore della Procura di Verbania.
Il sostituto procuratore Nicola Mezzina ha iniziato indagare per violazione delle norme sulla tutela della salute, omicidio e lesioni colpose, riconducendo alcune malattie specifiche come mesotelioma della pleura, asbestosi e altre neoplasie polmonari all’esposizione all’amianto, massicciamente utilizzato in fabbrica in particolare per la coibentazione.
Dei numerosi procedimenti aperti, il Montefibre-ter, avviato nel 2014, s’è chiuso definitivamente in Cassazione. Gli ermellini, vista l’assoluzione di primo grado (2017) e di secondo (2021), hanno ritenuto il ricorso della Procura generale inammissibile perché non basato, come vuole la legge, su mere questioni di diritto.
È così diventata definitiva l’assoluzione per i tre anziani dirigenti, superstiti dei nove rinviati a giudizio quasi un decennio fa. Sei, infatti, nel frattempo sono morti.
L’accusa li riteneva responsabili della morte di 7 persone (6 operai e un congiunto d’un operaio) e della malattia di altrettante.


