STRESA - 25-02-2023 -- L’ospitalità e l’accoglienza come stile di vita, che va oltre l’hotellerie e la ristorazione. Diego Masciaga ha una dimensione internazionale, ma saldi rapporti con le sue radici novaresi e con il Lago Maggiore. Sessant’anni, originario di Oleggio ma ormai trapiantato in Inghilterra, è stato studente dell’istituto Maggia negli anni Settanta. Cresciuto sotto maestri come Albino Mainardi, Alberto Gozzi e Franco Filippini, ha spiccato il volo dalla “scuola di Stresa”, che ieri l’ha visto ospite di un partecipato incontro organizzato al Des Iles Borromées da Hospes, il centro studi turistici che i fondatori del “Maggia” vollero, nel 1955, come supporto all’istituto e al settore dell’accoglienza.
“Ho cominciato qui, da questa scuola – ha raccontato alla platea di colleghi, docenti (ed ex) e a un gruppo di studenti, ai quali ha dispensato preziosi consigli –. Mio papà era vigile urbano e nessuno in famiglia era del settore. Allora l’Alberghiero non era un corso di studi come oggi: venni con mio papà, sostenemmo un colloquio, chiesi di essere ammesso e una settimana dopo mi presero”.
Mente curiosa e assetata di sapere, personalità carismatica ed empatica, scrupoloso e dedito al lavoro, il cavalier Masciaga s’è fatto strada arrivando a lavorare con chef come Gualtiero Marchesi, Alain Chapel, Albert Roux, in Italia, Francia e soprattutto Inghilterra, dove è stato per quarant’anni direttore del The Waterside Inn, albergo a Bray on Thames. “Nel 2018 ho detto basta, mi sono ritirato e ho intrapreso un’attività di consulenza con mia moglie e mia figlia. E non mi occupo solo di ristorazione. Quando una persona impara, in questo mestiere, ad avere un rapporto con il cliente, può lavorare ovunque”.
È il segreto dell’ospitalità, dell’accoglienza “di cui noi italiani siamo maestri nel mondo”. “Si deve lavorare con il sorriso, quello vero, col piacere di essere a servizio del cliente. Attitudine, personalità, umiltà, sincerità e onestà sono le doti indispensabili, che vanno curate – ha spiegato, rivolgendosi soprattutto agli studenti –. Il mondo moderno va di fretta, non ha tempo, e ha bisogno di voi, di gente formata e preparata che possa subito entrare in una cucina, in un ristorante o in un albergo, senza mesi di training. Questo mestiere vi farà girare il mondo, imparare nuove lingue, nuove culture, vi aprirà la mente”.
Decenni di esperienza si condensano in “pillole”, consigli pratici all’apparenza scontati, ma di successo: lasciate sempre parlare il cliente, anche se sapete già la risposta alla sua domanda; accogliete facendo due passi in avanti, senza essere invadenti; non rispondete mai di no, ma cercate una soluzione e fate proposte; anticipate quel che vuole il cliente; siate leader con l’esempio e date attenzione a tutti i colleghi; non cadete mai nella routine; cercatevi buoni maestri per crescere”.
I suoi maestri, Masciaga li porta nel cuore. “Li devo ringraziare tutti. Ringrazio i miei genitori, i miei professori e chi mi ha insegnato il mestiere. Il primo giorno che andai da Chapel, passò la giornata a insegnarmi a camminare come un cameriere: attento a tutto, con presenza, facendosi vedere dal cliente”.
Da Chapel a Marchesi, Masciaga ha avuto grandi soddisfazioni, come quando cucinò per Boris Eltsin “dieci giorni al Cremlino”, o per la Regione Elisabetta d’Inghilterra. “Doveva venire da noi a pranzo, ma un paggio reale spifferò la notizia e saltò tutto. La famiglia reale mi chiese un takeaway e io raggiunsi Buckingham Palace con la mia Fiat Ritmo, scortato, con l’agnello nel bagagliaio”.
Il rapporto con il “Maggia” e con Hospes è rimasto saldo nel tempo e, ancora oggi, porta Masciaga a seguire e accompagnare gli alunni che, fuori dalle aule, cercano fortuna in alberghi o ristoranti stellati, sotto altri mentori. “Chi viene da questa scuola deve esserne orgoglioso, perché esce con una grande formazione”.


