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VERBANIA - 06-02-2023 -- Il pm ha chiesto che restasse in carcere, ma il giudice l’ha liberato, imponendoli l’obbligo di firma quotidiano in questura. Resistenza e lesioni aggravate -cui s’aggiungeranno la minaccia aggravata e un’altra accusa di lesioni- sono i reati per i quali la Squadra mobile di Verbania, sabato notte, ha arrestato Faysal Abdulatif. Ventitré anni, etiope senza fissa dimora e col permesso di soggiorno in scadenza, con precedenti di polizia (nessuna condanna) per altri reati, si trovava in un bar di piazza Ranzoni. È stato il titolare a chiamare il numero di emergenza perché aggredito da un giovane che, in stato di ubriachezza, l’ha minacciato con un coltello e l’ha colpito in testa con il cellulare, prima di dileguarsi.

I poliziotti, arrivati sul posto, hanno raccolto la descrizione e hanno iniziato a cercare il soggetto segnalato. L’hanno trovato in via Palestro e, pur indossando il giubbotto rovesciato, l’hanno riconosciuto. Caricato in auto e portato in questura, ha dato in escandescenze, scalciando, agitandosi e cercando di dare testate alla parete. Gli agenti sono dovuti intervenire per fermarlo e, nella colluttazione, uno di loro è stato ferito. Colpito da un calcio alla mano, s’è fratturato il mignolo, riportando lesioni guaribili in almeno 30 giorni.

Oggi Faysal è stato condotto davanti al giudice Ines Carabetta, che nel convalidare l’arresto ha respinto le richieste del pm Anna Maria Rossi, che ritenendo pericoloso il 23enne, ha chiesto venisse ristretto in carcere in attesa del processo. Il giudice l’ha liberato, ma se non si presenterà tutti i giorni in questura, la misura potrebbe aggravarsi.

 

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