VERBANIA - 31-01-2023 -- Le sue condotte, al di fuori delle norme e della deontologia, hanno arrecato nocumento ai suoi assistiti, che hanno finito per soccombere in alcuni processi civili e sono stati anche processati per calunnia. Patrocinio infedele è l’accusa per la quale è a giudizio, al Tribunale di Verbania, un avvocato 49enne di Roma.
A lui si rivolse, per una questione civilistica, una coppia di 55enni residenti nel Cusio. Soccombenti per due gradi di giudizio in una controversia legale, all’inizio del 2017 decisero di ricorrere in Cassazione, conferendogli apposito mandato. Il professionista, che non era abilitato a patrocinare di fronte agli ermellini, nascose loro tale circostanza. Ciò non gli impedì di predisporre un ricorso che, sottoscritto (a sua insaputa) anche da un altro collega, mostrò ai clienti allegando loro la fattura per il pagamento d’una causa mai fatta, perché il ricorso non venne depositato.
Nello stesso periodo la coppia, sottoposta a esecuzione immobiliare, ritenendo di essere stata deliberatamente penalizzata dall’architetto che aveva periziato i propri beni su richiesta del curatore, lo denunciò per falso. La Procura iscrisse il nome del professionista nel registro delle notizie di reato, per poi archiviare il fascicolo. Questi, venuto a conoscenza della querela, denunciò la coppia per calunnia. Anche quell’accusa fu archiviata ma poi il legale romano li convinse a sporgere una seconda denuncia, in seguito alla quale -questa volta- nacque davvero un processo per calunnia, dal quale sono stati assolti perché il giudice ha ritenuto che a indurli a quel passo furono gli errati consigli del loro difensore.
Il quale, sempre nel 2017, in una causa di lavoro in cui difendeva uno dei suoi clienti -la moglie- dismise il mandato alla vigilia dell’ultima udienza senza comunicarglielo, compromettendo così il giudizio, favorevole alla controparte.


