ROMA - 22-01-2023 -- Un colpo di scena inaspettato, che frustra le aspettative di migliaia di azionisti “azzerati” di Veneto Banca. Giovedì a Roma, alla prima udienza dibattimentale del processo che vede alla sbarra -accusata di ostacolo alla vigilanza e falso in revisione- la responsabile italiana della società di revisione contabile PriceWaterhousecoopers, il giudice s’è dichiarato incompetente. La sede naturale del procedimento è a Treviso - ha affermato nell’ordinanza che, seguendo il nuovo rito della riforma Cartabia, rimanda la decisione definitiva alla Corte di Cassazione. Se gli Ermellimi confermeranno il difetto di competenza di Roma, l’intero fascicolo tornerà in Veneto, da dove era partito tre anni fa.
Furono i pm Massimo De Bortoli e Gabriella Cama ad avviare le indagini sul ruolo svolto, nel crac di Veneto Banca, dalla società di revisione, ente indipendente chiamata a vagliare e certificare il bilancio. Ritenendo che le condotte per il reato più grave -l’ostacolo alla vigilanza- si fossero concretizzate nella Capitale (dove ha sede Bankitalia), trasferirono gli atti.
Ora, persi tre anni, arriva il contrordine, che ha l’effetto concreto di avviare il processo verso il binario morto della prescrizione. Il capo di imputazione fa risalire, infatti, la commissione del reato al 2016, ultimo anno prima che la società fosse posta in liquidazione.
All’udienza era presente l’avvocato verbanese Clarissa Tacchini, fiduciaria del Movimento difesa del cittadino di Verbania, costituito parte civile in proprio, insieme al movimento nazionale e a centinaia di soci per 7 milioni di euro di azioni azzerate.
Il presidente del Movimento, Ettore Francioli, accoglie la sentenza come una “beffa” per i risparmiatori del territorio, che pagano le vicende successive alla decisione della Banca popolare di Intra, sotto la presidenza di Luigi Terzoli, di accasarsi con Veneto Banca. Nel ringraziare la fiduciaria per il lavoro svolto, anche al Fir (Fondo di indennizzo risparmiatori), il presidente sottolinea l’impegno in favore degli azionisti azzerati del sottosegretario veneto Massimo Bitonci e il poco interesse dei parlamentari locali: “nessun deputato di Vco e Novara, negli ultimi due anni ci ha sostenuto nel contattare il Mef per gli indennizzi”.
La decisione finale sulla competenza territoriale sarà presa nelle prossime settimane dalla Cassazione. Nel caso venisse respinta, il processo ripartirebbe -ancora in atti preliminari- a Roma il 18 aprile.


