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p d giustizia 22

VERBANIA - 18-01-2023 -- Le auto, rubate, venivano “ripulite” e rivendute a ignari acquirenti. Già oggetto di un primo procedimento penale chiuso con patteggiamenti e condanne, è approdato in aula il processo per riciclaggio e falso legato all’operazione di polizia “Cash for crash”. Nel gennaio del 2017 questura, Mobile e Polstrada del Vco, nell’indagine coordinata dal sostituto procuratore Sveva De Liguoro, arrestarono quattro persone accusate di simulare incidenti stradali per truffare le compagnie assicurative. Scavando tra questi episodi, tutti riconducibili alle stesse persone e a un’autofficina di Omegna, emerse un secondo filone -con reati più gravi- legato al traffico di veicoli rubati, reimmatricolati con dati alterati e poi rivenduti a privati.

Sono sei le operazioni contestate, che secondo la Procura di Verbania sono state portate a termine da Goran Ivanovski, 45enne macedone. Era lui che, materialmente, maneggiava le vetture, quasi sempre Range Rover: tre Evoque e due Sport, in aggiunta a una Toyota C-Hr. I mezzi erano di provenienza illecita, rubati in diverse parti d’Italia e sottoposti a una pulizia, anche amministrativa. Oltre ad alterare i telai, venivano presentate domande di reimmatricolazione dopo aver apposto false targhe straniere, spagnole o più spesso austriache. In questo modo, facendoli apparire come provenienti dall’estero, i mezzi rientravano nel Pra italiano, finendo poi rivendute al dettaglio dagli altri associati: l’ossolano Luciano Carusi, i siciliani Carmelo Conte e Giovanni Belfiore, il calabrese Giovanni Garofalo, anche loro a processo con, a vario titolo, le medesime accuse.

Per le medesime fattispecie gli altri imputati hanno già definito le loro posizioni.

 


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