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VERBANIA - 02-01-2022 -- Nell'ingombrante assenza dell'artista, ha inaugurato a Villa Simonetta “Sabota take note – stencil graffiti expo”, la prima personale dello street artist Sabota nel cuore di Intra. Non un luogo qualunque, ma quella villa recuperata dal Comune che sembra ormai votata alle mostre d'arte e in quel quartiere dove l'artista da qualche anno vive, opera, e s'è fatto conoscere. Non personalmente chiaro, tenendo rigorosamente all'anonimato, ma certo s'è fatto riconoscere dalla polizia locale - che l'ha denunciato per imbruttimento - e soprattutto, s'è fatto conoscere da chi passa. Chi guardando con indignazione quelle opere sui muri e chi, invece,  apprezzandone i messaggi dipinti in due dimensioni con perizia e una vena di poesia. Si potrà non essere d'accordo, non condividere il principio di dipingere muri non richiesti, ma sarà bene rimarcare quella sottile linea esistente tra graffiti e street art, tra il superato e alquanto inutile gesto delle tag e la volontà di lasciare sul muro, dunque alla visone di tutti e alla riflessione di ognuno, un messaggio che vada a infrangere consilidate certezze sociali. Tecnica delicata lo stencil, che richiede pazienza, precisione e - una volta realizzati i cartoni - velocità d'esecuzione - e Sabota di tecnica ne ha, ed anche d'ispirazione... Non a caso qualcuno lo chiama il Banksy di Intra, e non gli dovrebbe dispiacere, considerando la limpida espressione "banksiana" della sua opera, ed il chiaro omaggio all'artista di Bristol contenuto in alcuni lavori, come quel ratto (simbolo prediletto di Banksy) ripreso in un piccolo quadretto in mostra a Villa Simonetta, con la scritta, neanche a dirlo: "Vote Banksy". Meno immediato del misterioso inglese, Sabota cela nelle sue opere una molteplicità di letture, un ricorso ai loghi e ai simboli della contemporaneità che lo avvicinano ancora più profondamente a Banksy: "Lui si considera uno scrittore, da qui l'invito a 'leggere' con attenzione titolo e messaggio scritto sull'opera", commenta Briksy, amico e collaboratore di Sabota. Con lui, che ha realizzato i supporti, l'artista ha dipinto muri in miniatura (esposti) per rilanciare l'idea di un recupero, nel nome del messaggio della street art, delle aree degradate, di ruderi urbani che potrebbero finalmente riprendere senso. Il progetto è dell'associazione Mydeas, che organizza anche la mostra, col patrocinio del Comune che, con questo gesto, sembra aver "perdonato" l'imbrattatore.
La mostra resterà aperta sino al 30 gennaio, visitabile dal mercoledì alla domenica nella fascia oraria 15-18,30.

Antonella Durazzo


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