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ROMA - 22-12-2022 -- La ratifica dell’accordo Italia-Svizzera sulla fiscalità dei lavoratori frontalieri non avverrà prima di fine anno e la sua entrata in vigore slitterà al 2024. L’ufficialità è arrivata in questi giorni da Roma, dove il disegno di legge del ministro degli Esteri Antonio Tajani è ancora fermo. Sottoposto al vaglio delle commissioni congiunte Esteri-Difesa ed Economia-Tesoro, è stato calendarizzato al 10 gennaio, cioè nell’anno nuovo. Si prevede che arrivi in parlamento entro marzo e, una volta ratificato, entrerà in vigore con l’inizio dell’anno successivo, cioè nel 2024.

L’iter di questo accordo è stato lungo e travagliato. La prima intesa, raggiunta nel 2015 dalle delegazioni diplomatiche, fu subito votata da Berna ma ignorata da Roma (per la Costituzione italiana gli accordi internazionali necessitano di ratifica parlamentare), che la lasciò a bagnomaria. Fu il governo Conte a riprendere in mano la pratica, a concordare un nuovo testo che, anch’esso da ratificare, è in itinere. A caldeggiare tempi brevi è stato, in passato, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

La novità, rispetto agli accordi del 1974, è che il lavoratore frontaliere pagherà le tasse sia in Svizzera, dove attualmente gli vengono trattenute in busta paga al 100% dell’aliquota elvetica, sia in Italia, dove a oggi è esente da dichiarazione.

 


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