1

vb trib 21 due

VERBANIA - 16-12-2022 -- Sarà celebrato il 23 maggio, con rito abbreviato condizionato all’escussione di un testimone chiesto dalla difesa, il processo per lesioni colpose e commercio di sostanze nocive a carico dello chef del Piccolo Lago Marco Sacco e della moglie, legale rappresentante dell’attività. Devono rispondere dell’intossicazione alimentare che si verificò a un banchetto di nozze tenutosi al ristorante stellato di Verbania il 10 luglio del 2021 quando più di cinquanta commensali invitati allo sposalizio, assaggiando il risotto alla borragine con le vongole crude, stettero male dovendo ricorrere, in alcuni casi, alle cure del Dea.

Il responsabile di quell’intossicazione fu il norovirus (o virus del vomito invernale, che provoca diarrea, vomito e forti dolori addominali) che le indagini del sostituto procuratore Fabrizio Argentieri hanno accertato fosse già presente nell’alimento così come arrivò a Verbania, rispettando la catena del freddo, acquistato dal distributore italiano che, a sua volta, l’aveva importato dalla Francia.

Non era la prima volta che Sacco, che quel giorno dirigeva la brigata di cucina, offriva ai commensali quella pietanza la cui caratteristica sono, appunto, le vongole crude apposte come guarnizione al risotto cotto. Il piatto fa parte della carta del Piccolo Lago da anni e viene servito con quel tipo di vongola acquistato da Selecta, tra i più importanti distributori italiani all’ingrosso di alimenti per ristoranti. È per approfondire i rapporti commerciali col Piccolo Lago e per parlare dell’etichettatura del prodotto che la difesa dei Sacco ha chiesto l’escussione come testimone del legale rappresentante di Selecta. Per il resto, ha spiegato l’avvocato Marco Ferrero al giudice Beatrice Alesci, si ritiene che l’indagine abbia acquisito al fascicolo del pm -anche per via dei documenti prodotti nei giorni scorsi in indagini difensive- materiale probante sufficiente per evitare il dibattimento.

La tesi dell’accusa è che lo chef abbia utilizzato un prodotto la cui scheda indicava l’obbligo di cottura e, pertanto, è responsabile dell’intossicazione.

Nel processo sono parti civili, con richiesta di risarcimento danni, 56 commensali del banchetto: 51 sono rappresentanti dall’avvocato Patrich Rabaini, 2 dal collega Paolo Patacconi, 3 da Lucio Liguori del foro di Milano.

 


Su questo sito utilizziamo cookie tecnici e, previo tuo consenso, cookie di profilazione, nostri e di terze parti, per proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o prestare il consenso solo ad alcuni utilizzi clicca qui. Se prosegui nella navigazione di questo sito acconsenti l'utilizzo dei cookie.