VERBANIA - 10-12-2022 -- In francese lo si può intendere come originale, genuino. In italiano vale per estroso, spontaneo. È attorno a un gioco di parole e all’autoironia dei proprietari che è stato scelto il termine Naif.
Naif è il nome del nuovo ristorante che, da qualche mese, ha aperto i battenti nel cuore di Intra, tra via Tonazzi e via San Vittore, nel luogo in cui sorgeva la storica Osteria ul Pacific, già San Pietro, l’ultima osteria della vecchia Intra.
Michele Montefusco ed Erica Cuoghi (nella foto) vivono da Arona, ma nella loro storia nel mondo del food & beverage hanno alle spalle tante esperienze tra Milano, la provincia di Varese, il Novarese e la Svizzera. Lei è la padrona della cucina, dove è cresciuta nell’hotel di famiglia a Caluso, e dove è tornata -dopo un diverso percorso di studi- per rimettersi in gioco partendo dall’Approdo e da Villa Crespi, sul lago d’Orta, attività di Oreste Primatesta sotto la cui egida il genero Antonino Cannavacciuolo ha avviato il percorso verso le tre stelle Michelin.
Anche lui, che ha origine potentine, ha il mestiere nel Dna che, ereditato dalla nonna, ha declinato come sommelier ed esperto di sala.
Al Naif i compiti sono ben divisi tra di loro ma la filosofia, comune, è quella d’una cucina di qualità con prodotti rigorosamente italiani e non necessariamente alla portata solo delle tasche più munifiche. “Solo materie prime nostrane, fresche, presidi slow food che acquistiamo da produttori selezionati che conosciamo in prima persona e della cui qualità siamo certi” - dicono Erica e Michele, che rifuggono dalle mode. “Proponiamo le alici di Cetara, il tonno di Trapani e il merluzzo bianco di Ischia, che nulla hanno da invidiare ad altri prodotti simili ma più ‘rinomati’ o pubblicizzati” - precisano mostrando come, alle pareti del ristorante, campeggino barattoli e confezioni di prodotti: “Una parte di quello che si mangia qui lo si può acquistare confezionato, dai legumi alle conserve, passando per la pasta secca”. Vini compresi. “Alla carta dei vini ci tengo particolarmente – aggiunge Michele –. È il frutto di anni di lavoro, di una selezione che non solo è ampia per qualità ed etichette, ma che è reale e per tutte le tasche. Quello che propongo l’ho in casa e se piace, può essere acquistato. Ci sono vini pregiati, ma anche bottiglie di una buona qualità a un prezzo accessibile”.
Il locale, ricco di storia, ha poche decine di posti a sedere. “È la nostra filosofia: un ristorante raccolto in cui si mangia bene e l’ospite viene coccolato” - spiegano i titolari del Naif, che sono stati conquistati dagli ambienti della storica osteria. “Abbiamo visto tanti locali negli ultimi mesi, anche a Verbania. Questo ci ha stregato fin da subito. È come se ci avesse chiamato e noi abbiamo risposto, chiudendo in poco tempo il contratto e avviando un’importante ristrutturazione”.
Il Naif è un progetto a medio-lungo termine. “Una sfida che parte dalla cucina, da un menù gourmet alla carta tutto italiano e con prodotti italiani, freschi. Non impieghiamo surgelati, né basi. Tutti ci hanno detto che la piazza verbanese è difficile, ma noi ci crediamo e i primi riscontri sono positivi”.


