
CANNOBIO - 27-11-2022 -- Che sia un libro che sfugge alle etichette è la prima cosa che salta all'evidenza. Di certo non è un romanzo, eppure a modo suo è pieno di storie, non è un libro d'arte per come s'intende solitamente ma ci sono immagini bellissime, sia fotografate, sia disegnate; non è un libro di poesia, ma di poesia è pieno: dentro, sopra e oltre le righe; non è un manuale di botanica né un saggio erboristico, un ricettario di ricette perdute o una piccola guida agli abbinamenti tra erbe, vini e insolite birre. Eppure c'è tutto questo ed anche qualcosa in più, considerando che certe somme possono dare esiti non scontati.
E mai scontati sono loro, gli artefici del manufatto: la narratrice esperta d'erbe e di storie Maria Cristina Pasquali, il "dutur" fotografo Carlo Bava, l'artista Alessia Zucchi con la partecipazione dell'enologo Gabriele Bava per la parte relativa agli abbinamenti alcolici; il contributo di un poeta ticinese, Alberto Nessi, che ha fornito un'intrigante e quanto mai calzante poesia iniziale (altre sono di celeberrimi autori d'ogni tempo).
"Muro io ti mangio", edizione numero due riveduta e corretta, è l'ennesimo figlio della passione della coppia super-creativa Pasquali-Bava (reduci da successi come documentaristi, narratori ecc.) e figlio un po' dell'amicizia, dei bei rapporti intessuti da questa coppia dall'animo accogliente.
Uscito in una prima edizione in due volumi nel 2018, il libro edito dalla piccola e specializzata casa editrice romana Linaria, è tornato in questi giorni in volume unico con le sue storie di erbe in arrivo da un passato tutto da recuperare. Erbe spontanee, creature viventi di virtù, sapore e anche bellezza dove le fotografie in macro di Carlo e i disegni di Alessia ridanno a queste piantine una dignità superiore, qualcosa che quasi rimanda al sacro, o se preferite al più gratuito dono della natura.
Hanno contribuito a nutrire le generazioni della "fame", le hanno curate, e quando non hanno rappresentato la panacea hanno restituito almeno il senso dell'attenzione. Sono dodici erbe selvatiche, dodici erbe di muro, di "pietra", quelle che crescono a dispetto dell'assenza di terra e di cure, quelle che nemmeno vale la pena strappare poiché danno fastidio solo ai ramarri, forse. Erba vento, Valeriana rossa, Borraccina maggiore, Guardacà, Erba delle api, Viperina, Ortica, Pan e vin, Pimpinella, Dente di leone, Ciombolino, Sciupitt. Per ciascuna, Maria Cristina rimanda i nomi in italiano, i nomi scientifici e quelli dialetto ma anche in francese inglese, tedesco, spagnolo. Racconta storia, storie e curiosità, ricette originali e in arrivo dal passato, medicamenti e rimandi letterari; Carlo e Alessia vi dedicano i loro sguardi di creatori d'immagini. Il cuore, invece, i tre autori lo hanno mandato lontano nel tempo, al ricordo delle rispettive nonne, alle quali hanno dedicato il libro.
Il risultato è una gioiosa celebrazione del mondo invisibile di cui queste piantine sono espressione assieme a insetti e creature "minori"; il mondo dell'inatteso che si nasconde proprio sotto i nostri occhi, celato da una contemporaneità che ha dimenticato quanta sapienza esista in un solo filo d'erba.
Il libro tra qualche giorno sarà disponibile anche alla libreria Alberti di Verbania. Sabato sera, a Cannobio, nell'enoteca Lagobava, si è tenuta la presentazione di "Muro io ti mangio", con la mostra delle fotografie di Carlo Bava e dei disegni di Alessia Zucchi (video).
Antonella Durazzo


