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VERBANIA - 13-11-2022 -- Le lesioni, in realtà, sono uno sfregio e il processo deve iniziare da capo. Rientra nel codice rosso, nel pacchetto di leggi approvato nel 2019 per contrastare i reati di violenza (di genere, e non solo) sulle persone, l’aggressione avvenuta, per motivi di gelosia, a Gravellona Toce il 9 gennaio del 2021. A giudizio c’è un 36enne originario della Campania e residente in città che, con un coltello appuntito, colpì il rivale -un uomo di 37, nuovo compagno della ex- al volto. Affondò la lama appena sotto l’orecchio sinistro e, tirandola a sé, gli lacerò la guancia sino a pochi centimetri dalla bocca. Quella ferita è ancora molto evidente a un anno e mezzo di distanza, al punto che ancor prima di guardare documenti e referti medici, il giudice Beatrice Alesci ha capito che il reato contestato, le lesioni gravissime, non è più attuale.

Il pubblico ministero Maria Portalupi ha riqualificato il capo d’imputazione nell’articolo 583 quinquies del codice penale. “Deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso” è una fattispecie autonoma che la legge punisce molto severamente, con una pena che va da 8 a 14 anni. All’imputato, peraltro, viene contestata anche la recidiva specifica e infraquinquennale. La gravità della contestazione prevede che a giudicare i fatti ci sia un collegio di magistrati e non, come per le lesioni (seppur gravissimi) il giudice monocratico, motivo per cui il fascicolo dovrà essere reistruito.

 


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