VERBANIA - 12-11-2022 -- Pubblichiamo di seguito l’intervento dell’Asl Vco successivo all’articolo “Parto a rischio, il bimbo muore: a processo le ostetriche private”.
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In relazione alle dichiarazioni rilasciate e riportate in un articolo apparso sulla vostra testata online, il 28 ottobre 2022 per evitare possibili fraintendimenti nei cittadini si ritiene utile ricordare che presso l’ASL VCO a supporto del Reparto di Pediatria dell’Ospedale Castelli è attiva una Struttura Semplice denominata Assistenza Neonatologica e Nido che fa fronte ad urgenze/emergenze neonatologiche e gestione di neonati prematuri almeno dalle 34 settimane di gravidanza, ed è collegata alla Terapia Intensiva, di primo riferimento, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore della Carità di Novara.
All’Ospedale Castelli è attivo dal 2020 un ambulatorio gestito dalla SOC Ostetricia e Ginecologia dedicato alle pazienti che hanno avuto un primo parto con taglio cesareo e che vorrebbero provare ad effettuare un travaglio di prova per l’espletamento di un successivo parto spontaneo. In ambulatorio viene valutata e discussa con la paziente la condizione clinica di possibilità di espletamento del percorso, che inizia già dalla fine del secondo trimestre di gravidanza.
Si richiede pertanto la pubblicazione di queste informazioni per una sempre migliore conoscenza da parte dei cittadini dei servizi offerti e per evitare che le dichiarazioni riportate possano disorientare, soprattutto se quanto riportato non corrisponde alla reale organizzazione che l’Azienda Sanitaria si è data.
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Nel caso in oggetto, è stata la mamma partoriente a raccontare al giudice d’essere stata consigliata dal suo ginecologo di fiducia -di cui ha fatto nome e cognome- a partorire a Varese perché quella struttura offriva una maggior sicurezza rispetto a Verbania. Al netto dell’esito del procedimento penale, l’intervento dell’Asl pone l’accento sul tema della mobilità passiva ostetrica e sul fatto che, nonostante i servizi offerti nel Vco (non ultima la sala per il parto in acqua, dai dati forniti poco utilizzata), molte donne partoriscano al di fuori della provincia, con ricadute negative sui reparti -esistono soglie minime di legge sotto le quali i punti nascita vanno chiusi- e sulle finanze dell’Asl e della Regione.
Abbiamo già chiesto i dati aggiornati all’Asl Vco sulla mobilità passiva ostetrica per comprendere la portata del fenomeno e predisporre un servizio giornalistico di approfondimento.
M.P.


