VERBANIA - 08-11-2022 -- Sul treno Milano-Ginevra, il 6 febbraio del 2020, alla stazione di Domodossola c’erano a bordo una ventina scarsa di persone. In uno scompartimento la Guardia di finanza, salita per un controllo di routine, vide un trolley apparentemente abbandonato, senza alcun passeggero a rivendicarlo. I militari lo aprirono e vi trovarono trenta oggetti verosimilmente (poi confermato dalle successive perizie) contraffatti: tre finti Rolex, 17 portabanconote griffati Gucci, due giacconi Colmar e altrettanti Moncler, due cappellini di lana Nike. Nel bagaglio rinvennero anche lo scontrino d’un bar di Brescia risalente a quella mattina. Nell’interrogare e identificare tutti i passeggeri del convoglio, la loro attenzione si fermò su un 59enne senegalese residente a Castel Mella, in provincia di Brescia. Messo alle strette ammise che quella merce era sua, provocando l’intervento delle autorità doganali che redassero il verbale diventato oggetto dei due capi di imputazione contestati al senegalese dalla Procura di Verbania: commercio di prodotti falsi e ricettazione aggravata.
Processato al Tribunale di Verbania è stato condannato a 9 mesi e a 2.500 euro di multa. Il giudice non ha considerato l’aggravante della ricettazione e ha ridotto la richiesta del pm (1 anno, un mese e 3.800 euro di multa) anche perché non ha riconosciuto la recidiva, avendo egli un altro precedente.


