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CANNOBIO - 01-11-2022 -- Grazie per i complimenti, ma adesso largo ai fatti. I toni sono stati cortesi, l'ospitalità calorosa, ma a Cannonbio, dove la medicina territoriale viene applicata da anni grazie al lavoro di qualcuno e al sostegno di tutta la Comunità, si chiede alla Regione di assicurare stabilità (economica) al centro medico. Questione di equità, se grazie ai fondi del Pnrr nel VCO si realizzeranno con 4.5 milioni di euro tre case della comunità nel VCO e con 2.5 milioni di euro l'ospedale di comunità a Gravellona, si vorrebbe che anche l'esemplare esperienza del centro medico di Cannobio, fosse meglio sostenuta dal pubblico.
Questa, in estrema sintesi, la richiesta giunta al presidente della Regione Alberto Cirio, in visita ieri pomeriggio nel centro lacustre, accompagnato dal capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris, Alberto Preioni. "Importante momento di ascolto e confronto con il sindaco, la dirigenza del centro medico per il futuro dei servizi sanitari sul territorio", spiega il sindaco Gianmaria Minazzi.
Il centro medico o casa della salute, da anni è preso a esempio per quello che dovrebbe essere, nel VCO ma in generale in tutta la regione, il modello della medicina territoriale. Nato nel 2003 dall'iniziativa di un team di medici (tra loro il dottor Antonio Lillo, attuale presidente dell'Ordine dei medici, anima fondatrice del centro cannobiese e della Fondazione Comunità attiva che lo gestisce), il centro è agli albori un'esperienza di condivisione messa su da una cooperativa di medici; nel 2014 arriva la svolta, nel nome dei principi del "Welfare di Comunità", il centro medico si struttura in Casa della Salute con la Fondazione Comunità Attiva a gestirla. Un' esperienza in costante crescita, dove negli anni i servizi e le strumentazioni sono sempre aumentati e dove anche in questi momenti di diffuse difficoltà si pensa a crescere. Tanto per fare un esempio, a metà mese partirà anche un ambulatorio di otorinolaringoiatria. Ma questo non significa che la strada sia in discesa, al contrario i problemi non mancano. Ad esempio considerando la carenza dei medici di base e per far fronte alle numerose richieste (il centro è punto di riferimento anche per i tanti stranieri che vivono o trascorrono le ferie nell'Alto Verbano), è stato necessario "rinforzare" il presidio con almeno un infermiere su ogni turno. Cosa che evidentemente ha comportato un aggravio dei costi. Si cerca dunque nell'intervento della Regione un modo per assicurare un futuro solido al centro. Se è certo che la Comunità di Cannobio (più in generale dei comuni dell'alto Verbano che sono nella Fondazione) non farà mancare il sostegno al centro medico attraverso iniziative e donazioni, la richiesta è che si pensi ad una stabilizzazione del centro nell'ambito del piano di medicina territoriale di tutto il VCO. Piano che prevede case di comunità spoke (e potrebbe essere Cannobio) in appoggio a centri hub (in questo caso Verbania).
Da non dimenticare, inciso finale, il non trascurabile ruolo della medicina territoriale nell'ambito della riorganizzazione generale della salute nel VCO. E' da mesi che il VCO aspetta una risposta dalla Regione sulle scelte per il nuovo ospedale, dove l'Ente propende per il mantenimento (con ristrutturazione) dei nosocomi di Verbania e Domodossola, mentre la maggioranza dei sindaci dell'ASL e lo stesso ordine dei medici, con chiarezza si sono espressi, l'ultima volta in luglio, per l'ospedale unico. Cirio dovrà tornare a spiegare ai primi cittadini la decisone, mentre voci giornalistiche assicurano che il governatore opti sempre per il mantenimento dei due ospedali.

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