VERBANIA - 18-10-2022 -- Da Hong Kong alla Germania, passando per Malta e il Lago Maggiore, fino a Viterbo. È dietro a un turbinio di cessioni e fatture che è stato costruito un maxi-giro di evasione fiscale nel campo della telefonia mobile scoperto dalla Guardia di finanza. La vendita di smartphone usati e ricondizionati che, in Italia, avveniva su marketplace o tramite piattaforme web, poteva contare su prezzi più bassi perché le tasse non venivano pagate. Tra il 2021 e il 2022 sono stati sottratti al fisco 1,2 milioni di Iva, anche utilizzando una società con sede a Cannero Riviera controllata da due novaresi, uno dei quali -residente- era lavoratore frontaliere in Ticino.
Il meccanismo dell’operazione “Melamarcia” era complesso. Gli apparecchi elettronici raggiungevano l’Europa dalla Cina acquistati da una società di diritto maltese riconducibile a due viterbesi e sbarcavano nell’Ue in un deposito doganale tedesco, beneficiando del cosiddetto reverse charge, per cui a una spedizione in entrata nell’Ue e destinata a essere frazionata tra i suoi paesi membri, non si applica subito l’Iva, il cui assolvimento si scarica sull’acquirente finale, nel proprio paese di residenza. In questo caso l’acquirente era la società con sede nel Vco, una scatola vuota, un filtro da cui passavano beni e fatture, che non pagava volutamente l’Iva e che, in più, sfruttando il regime dei margini, abbatteva il costo per l’ultimo destinatario di questo carosello, una società di Viterbo riconducibile agli stessi soggetti di quelli maltesi. Il regime del margine, che vale per i beni usati, permette di calcolare l’Iva, non sul prezzo pieno, ma sulla differenza tra quello d’acquisto e quello di vendita.
In questo modo, evadendo le tasse, gli smartphone potevano finire sul mercato a un prezzo più basso, fortemente concorrenziale, fruttando un bel profitto.


