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VERBANIA - 05-09-2022 -- Un’ammenda da 600 euro ma, soprattutto, più di 10.000 euro tra risarcimento e spese legali. Tanto costerà all’ex consigliere comunale stresiano Alfredo Macrì Del Giudice (già comandante dei vigili del centro lacuale) il post su Facebook che, a fine 2015, lo vide attaccare l’allora segretario comunale Ugo Palmieri. Sul social network pubblicò la lettera che, inviata al sindaco Giuseppe Bottini successivamente a un acceso Consiglio comunale, chiedeva le dimissioni di Palmieri, a suo dire responsabile di aver redatto l’atto -poi ritirato- che modificava un precedente accordo con la proprietà dell’hotel Villa Aminta per la realizzazione d’una pista ciclabile via lago sino al centro città nell’ambito d’un aumento di volumetria dell’hotel.

Per il capogruppo di “Uniti per Stresa”, all’opposizione del sindaco Giuseppe Bottini, il segretario aveva agito in aperta violazione di legge, contro gli interessi pubblici, favorendo il privato/proprietario dell’albergo, definito “amicissimo”.

Le allusioni di favoritismo e i pesanti attacchi subiti -il documento aveva toni molto duri- portarono Palmieri a sporgere querela per diffamazione aggravata. Diffamazione che, secondo il giudice Annalisa Palomba, che ha accolto la richiesta di condanna del pm Anna Maria Rossi, è stata provata. Gli elementi del reato ci sono tutti - ha detto l’accusa invitando a guardare al post e non alle circostanze di contorno -, sia per la gravità delle accuse mosse, sia per il tenore; e non può esistere l’esimente della critica politica, anche perché il segretario non è un politico ma un funzionario pubblico.

Per Alessandro Fusco, il difensore di Macrì Del Giudice, non solo non c’è stata diffamazione, ma nemmeno è stato provato che qualcuno abbia letto quel post. L’imputato, peraltro, nella memoria depositata agli atti e letta oggi in aula, s’è detto sorpreso che lui sia stato tratto a giudizio e non il segretario che ha compiuto gravi irregolarità, tra cui la soppressione di alcuni atti e il falso di altri.

Palmieri, difeso dall’avvocato Canio Di Milia (ex sindaco di Stresa, peraltro), ha chiesto un risarcimento di 30.000 euro, di cui 25.000 di provvisionale. Il giudice, accogliendo la richiesta di condanna del pm a 600 euro di ammenda, ha accordato una provvisionale di 5.000, rimandando la quantificazione del danno a una causa civile, mettendo però a carico del condannato le spese di costituzione di parte civile, quantificate in 5.000 euro più accessori.

 


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