COSSOGNO - 22-08-2022 -- “Alpini assassini e stupratori – contro ogni divisa”. È un atto vandalico e un insulto alle Penne Nere la scritta rinvenuta nel fine settimana da alcuni soci del gruppo di Possaccio dell’Ana, saliti all’alpe Prà, nella Valgrande meridionale. Nelle vicinanze del rifugio Casa dell’Alpino, situato a 1.303 metri di altitudine, in un punto di grande passaggio che si raggiunge a piedi da Cicogna in circa un’ora e mezza, il tronco di un grande albero abbattuto è stato intagliato per creare una seduta, una sorta di stretta panchina. È sullo schienale di legno grezzo che sono state apposte, chissà, quando, le scritte contro le quali la sezione Intra dell’Associazione nazionale alpini ha presentato querela ai carabinieri forestali.
L’ingiuria è l’onda lunga delle polemiche che hanno accompagnato, a maggio, il raduno nazionale degli Alpini di Rimini, chiuso con segnalazioni di presunte molestie. “Non può passare sotto silenzio, perché va a ledere in primis una Associazione che è da sempre vicina al territorio e alla sua gente con gesti
concreti e con una dedizione indiscutibile e universalmente riconosciuta” - afferma in una nota il presidente Angelo Albertella, che esprime “amarezza per un gesto vile e completamente insensato, compiuto da persone che colpevolmente non sanno che il Paese libero in cui vivono lo è grazie al sacrificio di milioni di ragazzi che, con una divisa indosso, hanno dato la vita per il futuro della loro Italia. Grazie al sacrificio di quei ragazzi, ognuno oggi è libero di avere le proprie idee, di esporle e manifestarle ma per farlo non è accettabile che vada a ledere l’onore e la storia di altri. Perché in questo caso si cade nel vandalismo, nell’offesa e si lascia spazio all’ignoranza. E a noi Alpini questo non va bene”.


