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franco sv

BELLINZONA - 26-07-2022 -- Una buona notizia per i commercianti italiani di confine, solo in parte per i lavoratori frontalieri. Le turbolenze finanziarie internazionali legate alla guerra in Russia, ai rincari di petrolio, gas e materie prime si fanno sentire anche sui cambi valutari, in particolare sul rapporto tra franco svizzero ed euro.

Negli ultimi giorni c’è stato un rilevante apprezzamento del franco, che viaggiava sulla parità con la divisa comunitaria e che, ora, è vicino al suo record storico. Il 15 gennaio 2015, nella giornata in cui la banca centrale elvetica abolì senza preavviso la soglia minima di cambio dell’euro a 1,20 franchi, s’arrivò a 0,965.

Oggi il franco è stato scambiato a 0,976, non lontano da quel limite. Che cosa significa in concreto, per l’economia reale? Per gli elvetici che passano la dogana per far spesa in Italia, o per recarsi al ristorante è positivo: col cambio favorevole faranno buoni affari e i nostri esercenti e commercianti ci potrebbero guadagnare.

Lo stesso discorso vale, in parte, per i frontalieri, che a parità di stipendio (in franchi), con un tasso di cambio migliore avranno in tasca qualche euro in più. C’è, però, anche un rischio indiretto, perché una moneta forte sfavorisce le esportazioni e aziende svizzere che producono per l’export, coi venti di crisi che spirano per il caro-energia, potrebbero veder ridotti gli ordini.

 


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