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VERBANIA - 06-07-2022 -- Aveva un contratto a tempo determinato come bidello in un istituto superiore della provincia e, per questo lavoro, era salito al nord dalla Campania. Regolarmente assunto attingendo alla graduatoria, fu però lasciato a casa anzitempo e si vide il contratto risolto d’ufficio dalla scuola per la mancanza dei requisiti. Secondo dirigente scolastico e funzionari, infatti, non era in possesso del titolo di studio dichiarato al momento dell’assunzione.

Al licenziamento, impugnato dall’ex lavoratore con una causa civile tuttora pendente in Appello, è seguito però anche un procedimento penale perché il fatto è stato segnalato dalla scuola e la Procura l’ha inquadrato come un falso.

Mandato a giudizio, il bidello è stato prosciolto perché non c’è alcuna prova che abbia fornito titoli di studio falsi, o che ne fosse consapevole. Anzi, non è nemmeno chiaro se i diplomi prodotti in copia siano o meno autentici. Non l’hanno appurato gli inquirenti, né è stata in grado di certificarlo la stessa scuola che, nei controlli successivi all’assunzione, aveva contattato le due scuole frequentate dal collaboratore senza ricevere una risposta esaustiva perché, una era stata chiusa e l’archivio con i diplomi non era ancora stato trasferito e non era rintracciabile.


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