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VERBANIA - 05-07-2022 -- E' stato molto partecipato, ma considerando il tema avrebbe dovuto vedere una partecipazione ancora maggiore, l'incontro pubblico sulla sanità convocato dal sindaco di Verbania Silvia Marchionini, ieri sera a Palazzo Flaim.
GLI ASSENTI
A livello politico le assenze erano annunciate, a partire dall'opposizione consiliare guidata da Giandomenico Albertella; assenti annunciati anche i rappresentanti della giunta regionale e l'unico consigliere regionale espresso dal territorio, il leghista Alberto Preioni; non pervenuti i parlamentari di centrodestra Cristina e Montani. Solo il deputato Enrico Borghi e il consigliere regionale Domenico Rossi (entrambi PD) si sono seduti al tavolo dei relatori. Marchionini ha assicurato d'aver firmato gli inviti a tutti. Assenti anche responsabili dell'ASL.
UN QUADRO NERO
Gettonisti a mille euro a notte, primari e medici in fuga o quasi in pensione (dal 1° settembre altri due medici lasceranno), medicina di base in difficoltà, reparti sguarniti (per esempio malattie infettive e neuropsichiatria infantile rimaste solo con 2 medici e psichiatria con un dirigente responsabile prossimo alla pensione). E poi liste d'attesa lunghissime e fuori d'ogni parametro, alcuni esami effettuabili solo dai pronti convenzionati, medicina territoriale che non parte. Questo il quadro (parziale) emerso in un documento consegnato a tutti i presenti dall'amministrazione verbanese.
UNO E' MEGLIO DI DUE
In una cornice problematica, che non pare potersi risolvere a breve, poiché la carenza dei medici è un problema legato alla mancata programmazione di anni e anni; l'ospedale non è il solo tassello del puzzle che deve trovare collocazione. Con il voto di venerdì 1° luglio 52 sindaci dell'ASL VCO hanno detto di volere un ospedale nuovo. Su input del sindaco di Domodossola, Lucio Pizzi, i primi cittadini si sono guardati bene dallo scrivere di volere un ospedale "unico e baricentrico", descrivendo solo l'esigenza di un ospedale moderno e funzionale, dove "unico" lascia ipotizzare lo smantellamento di San Biagio e Castelli, e "baricentrico" fa sorgere il quesito di sempre: dove? E' sembrato loro saggio, al momento, non affrontare la questione.
Se ne è parlato a lungo ieri sera, e la maggioranza pareva non avere dubbi: bisogna andare verso l'ospedale provinciale in una sola sede.
L'ORDINE DEI MEDICI
E' sulle carenze di personale, che complicano non poco la gestione sia della medicina di base che della sanità ospedaliera che si è accentrato in particolare l'intervento di Adele Sacco, intervenuta in rappresentanza dell'Ordine dei medici del VCO. Il messaggio finale che giunge dai sanitari, ancora una volta è però inequivocabile: "L'ospedale nuovo e unico quale risposta etica, deontologica, appropriata ed efficace al bisogno di salute della nostra comunità". (QUI L'INTERVENTO)
SIA LA REGIONE A DECIDERE
L'idea che la "Regione debba assumersi le proprie responsabilità" e decidere - secondo scienza e coscienza - dove sarebbe meglio collocare l'ospedale unico provinciale, è un'idea che si fa largo per evitare brutte divisioni territoriali.
L'hanno espressa in diversi, ad esempio il segretario generale della Cisl, Luca Caretti, per il quale la Regione "rispetti il territorio e decida", o anche Enrico Borghi, per il quale "i sindaci (nel rigettare il piano proposto) sono stati politicamente intelligenti, e hanno evitato di cadere vittime del cinico e spregiudicato gioco del cerino innescato da chi ha persino la pretesa di giudicare la maturità di un territorio come questo che si è espresso per tre volte nella sua Assemblea dei Sindaci in pochi anni chiarendo sempre che la volontà del territorio è quella di procedere con il nuovo ospedale, per il quale esistono già atti e risorse stanziate". Nel video in basso l'intervento di Borghi.
ATTENTI A LASCIAR DECIDERE ALLA REGIONE
L'avvertimento è giunto da Aldo Reschigna, già vice presidente della Regione in quella giunta Chiamparino che aveva portato avanti l'ospedale di Ornavasso : "L'assemblea dei sindaci ha parlato di sanità in termini di piano strategico (guardando la lungo periodo ndr), la Regione lo fa in termini tattici (lasciar passare la legislature per non fare scelte scomode ndr), sarei attento a delegare alla Regione certe decisioni", ha chiosato.
UN NUOVO REFERENDUM?
In rappresentanza del Comitato per il mantenimento dei tre ospedali è intervenuto Vladimiro Di Gregorio, sostenendo l'idea di una sanità che non faccia venir meno i servizi: una sanità vicina è quella che i cittadini vogliono, per questo motivo ha sostenuto che il Comitato si metterà al lavoro per arrivare al voto referendario.
I 4 BLUFF DELLA REGIONE SECONDO ENRICO BORGHI
1) La permanenza dei due DEA (impossibile per legge coi numero del Vco)
2) Pagare il personale sanitario col Fondo sociale europeo (anche questo non si può).
3) Aumentare del 10% il compenso ai medici sulla base della legge Gelmini (ma la legge Gelmini non c'è, è un disegno di legge ancora fermo in Parlamento).
4) Tramite l'ASL la Regione ha presentato ai sindaci del VCO un piano senza presupposti giuridici e tecnici (non accompagnato da alcuna delibera, o atto ufficiale) "era una trappola per il territorio nella quale i sindaci non sono caduti".
Così in una parte del suo intervento il deputato Pd Enrico Borghi.

Numerosi gli interventi che si sono succeduti nel corso della serata: l'intervento di Marchionini e quello del sindaco di Vignone Giacomo Archetti; del consigliere regionale Domenico Rossi, e del consigliere comunale Raffaele Allevi e poi esponenti di sindacati, comitati, gruppi e privati cittadini. La città sul tema sanitario si sta svegliando, forse.

 

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