VERBANIA - 25-06-2022 -- Il lockdown non era ancora terminato e -in piena fase-due- bar, ristoranti e alberghi non erano ancora aperti. Anche a Stresa dove, il 16 maggio del 2020, ai carabinieri arrivò la segnalazione di una persona che s’era abusivamente introdotta in un albergo del centro, in quel momento chiuso. La pattuglia del Radiomobile chiamata a intervenire si trovò di fronte a una donna di 40 anni della provincia di Cuneo che dava di matto. Aveva scagliato un vaso di ceramica contro la porta d’ingresso, danneggiandone il vetro; e stava compiendo atti vandalici sul balcone di una camera, che aveva raggiunto scavalcando il muro di cinta e arrampicandosi sulla ringhiera. Stava cercando di entrare in hotel dalla porta-finestra, forzando la tapparella.
I due militari in servizio vennero accolti con insulti, urla, calci pugni e sputi. Lo stesso trattamento la quarantenne lo riservò al comandante della stazione che, intervenuto in rinforzo con una collega, si trovò la donna addosso e, nel contatto ravvicinato, si vide coperta la gamba dei pantaloni di urina.
Non potendola ricondurre alla ragione, i carabinieri la portarono con la forza in caserma, identificandola -anche se lei non volle collaborare- e denunciandola poi per una serie di reati: resistenza, oltraggio a pubblico ufficiale, rifiuto di fornire le proprie generalità, danneggiamento aggravato.
Per quel fuori programma fuori dall’hotel, che motivò con il disappunto per aver trovato chiuso (ma non poteva essere aperto) l’hotel nonostante avesse mandato una prenotazione per e-mail, l’imputata è stata condannata a 5 mesi, 15 giorni e 100 euro di multa. Dovrà risarcire i carabinieri, oltre che delle spese legali, con 700 euro al comandante di stazione e ai due effettivi al Radiomobile e con 450 all’altra sottufficiale presente.


