VIGNONE - 14-06-2022 -- Cosa accade alla sanità del VCO? "Che la politica dice il contrario di quel che dice la scienza e così mentre il piano Ires parla di ospedale unico e baricentrico, la politica propende per un sistema bipolare". Parole di Giacomo Archetti, sindaco di Vignone e promotore, assieme al primo cittadino di Gignese Luigi Motta (presidente del Verbano della Rappresentanza dei sindaci), di un incontro tra primi cittadini del Verbano per fare il punto sulla questione. Questione delicata. E diventata delicatissima dopo le comunicazioni fatte nelle settimane scorse dal presidente Cirio e dall'assessore Icardi al Tecnoparco, "commissionando" alla direzione generale dell'ASL VCO un piano per la riorganizzazione sanitaria che abbia le sue basi sulla permanenza degli ospedali di Verbania e di Domodossola. All'incontro, svoltosi venerdì sera nell'aula consiliare del Comune di Baveno erano presenti oltre al padrone di casa col suo vice e ai promotori dell'iniziativa, il consigliere di Verbania Brigatti, un consigliere di maggioranza di Premeno e i sindaci di Stresa, Arizzano, Caprezzo. Cannero e Cambiasca sono stati successivamente informati da Archetti. Riunione interlocutoria, o per meglio dire propedeutica, non tanto per il numero limitato di partecipanti, ma soprattutto perchè si aspetta di poter decidere qualcosa di ufficiale partendo dai documenti, ovvero da quel piano di riorganizzazione che la Dg Chiara Serpieri dovrebbe presentare in tempi abbastanza brevi. L'orientamento generale resta l'ospedale unico e baricentrico. Archetti è chiaro: "Confortato dai dati di Ires (Istituto di Ricerche Economiche e Sociali del Piemonte ndr) l'ospedale unico e baricentrico sarebbe l'unica soluzione in grado di garantire quel cambio di passo alla sanità che i cittadini del VCO meritano, abbattendo quel 51% di mobilità passiva che grida vendetta. Ho ripercorso gli ultimi sei anni della Rappresentanza dei sindaci - chiosa Archetti - ho rivisto i piani dei direttori generali dell'ASL Caruso e Penna; adesso attendiamo il nuovo, con la particolarità che reperire risorse diventa sempre più difficile. Insomma, si faccia l'ospedale unico poi davvero non importa dove".
AD


