VERBANIA - 08-06-2022 -- Quel buco nei conti del comune di Domodossola era ingiustificato e, non ritenendo che fosse una questione di natura civile ma un reato vero e proprio, scattarono denuncia e indagini. Ha un risvolto penale, con due persone rinviate a giudizio per peculato, il “caso” dei parcometri domesi. Era il luglio del 2020 quando il comandante dei vigili Marco Brondolo risolse il contratto, già scaduto e prorogato per l’emergenza Covid, con l’azienda laziale che in città, da anni, gestiva la sosta. Da qualche settimana aveva scoperto che la società non aveva riversato quanto dovuto da contratto per sosta e abbonamenti: un fisso di 245.000 euro l’anno, più il 64,2% dell’incassato mensile, dedotta l’Iva.
Fu quello il momento dal quale, sino alla primavera successiva e al subentro di una nuova società di gestione in seguito a gara, a Domo la sosta divenne gratuita, con anche un contraccolpo economico alle casse del Comune, impossibilitato -senza parcometri e personale- a effettuare il servizio.
Le avvisaglie – ha raccontato al collegio di giudici presieduto da Donatella Banci Buonamici e composto da Beatrice Alesci e Antonietta Sacco – s’erano avute a fine 2019 quando, prima dell’emergenza pandemica, le due rate di novembre e dicembre non erano state saldate nei termini. La regolarizzazione era avvenuta a febbraio e marzo. Con la dichiarazione dello stato di emergenza e le conseguenze del caso (compresa la sosta a pagamento sospesa dal 12 marzo al 31 maggio), non era stato fatto alcun successivo controllo. La verifica avvenne a giugno e portò il comandante ad accertare che le somme di gennaio, febbraio, e dei primi dodici giorni di marzo non erano state riversate all’ente. La somma, compresa la seconda metà di giugno, fu stimata in circa 160.000 euro (130.000 secondo l’azienda) e, dopo uno scambio di telefonate ed e-mail, non ricevendo il Comune il denaro richiesto, ci furono denuncia e risoluzione contrattuale.
Le indagini hanno portato la Procura di Verbania a chiedere il processo per il referente della ditta e per un’altra amministratrice, accusati di peculato poiché il denaro di cui si sarebbero impossessati è pubblico. Nell’udienza di ieri sono stati ricostruiti i fatti e ha rilasciato spontanee dichiarazioni anche uno dei due imputati, secondo il quale i problemi furono il calo degli incassi e l’arrivo del Covid.
Il processo è stato aggiornato al 20 settembre per sentire un ultimo testimone e per la discussione. Il comune di Domodossola, che ha avviato una causa civile per recuperare la somma, lamenta anche il danno di immagine ed è costituito parte civile con l’avvocato Carlo Ruga Riva.


