VERBANIA - 11-02-2022 -- Un anno al vandalo del cimitero. Per mesi, nel 2017, il camposanto domese era diventato il teatro di atti vandalici e gesti sacrileghi da parte di un ignoto che, nottetempo, forzava i cancelli o saltava le recinzioni e, all'interno del cimitero deserto, s'accaniva sulle tombe. Oggetti trafugati o spostati, lapidi danneggiate, deiezioni umane e chiazze di urina lasciate sui monumenti funebri avevano provocato, sfociando in denunce, sdegno e rabbia.
La polizia municipale a lungo aveva indagato, collocando anche alcune fototrappole che avevano immortalato un uomo, identificato in un 64enne originario di Milano e residente a Domodossola. La Procura l'ha mandato a processo per il reato di vilipendio delle tombe.
Contestando preliminarmente l'identificazione della polizia municipale -"non è lui quello nei fotogrammi"- il suo difensore, Marco Viggiani, ha negato che quei gesti ripresi dalle telecamere fossero sacrileghi. "Ritiene di avere un dono, di individuare gli spiriti maligni e chi li manovra e di poter portare la luce per la salvezza degli altri" - ha spiegato, descrivendo l'imputato come un uomo animato da una missione e da buone intenzioni che effettua riti propiziatori.
Per il pm Anna Maria Rossi quei fatti rappresentano il reato di vilipendio, per il quale ne ha chiesto la condanna a 9 mesi. Il giudice Antonietta Sacco ha aggravato la pena, fissandolo in un anno e 20 giorni di reclusione. Al comune di Domodossola, costituito con l'avvocato Graziella Donderi, andrà un risarcimento di 1.000 euro.


