
STRESA - 17-10-2021 -- Perché la funivia del Mottarone è stata affidata all’attuale gestore? È attorno a questa domanda che ruotano le interviste che, in settimana, un giornalista di Report ha registrato a Stresa. L’inviato della trasmissione Rai, forse la più celebre del giornalismo investigativo italiano, sta lavorando a un servizio che, al di là dei motivi per cui il 23 maggio s’è spezzata la fune traente e non sono entrati in azione i freni d’emergenza, scava nella storia -passata e recente- dell’impianto inaugurato nel 1970 e nelle sue gestioni. I quesiti puntano a chiarire le procedure di affidamento delle due gare bandite da Scr (Società di committenza regionale) tra il 2015 e il 2016, vinte dal raggruppamento composto da Leitner e Ferrovie del Mottarone di Luigi Nerini.
Sono state registrate le interviste a ex consiglieri di minoranza, ma sono stati contattati anche gli ultimi tre sindaci che si sono succeduti a Palazzo di Città: Canio Di Milia, Giuseppe Bottini e Marcella Severino.
L’inchiesta giornalistica prende spunto dalla teoria che, nell’immediatezza dei fatti, i media nazionali avevano rilanciato, riprendendo voci e illazioni locali, d’una famiglia di fatto proprietaria d’una montagna.
Inaugurata nel 1970, la funivia ha vissuto alcune traversie a partire dagli anni ‘90. Ogni qual volta si rendevano necessari pesanti e onerosi interventi di manutenzione straordinaria, la politica è accorsa investendo capitale per scongiurare la chiusura dell’impianto. L’ha fatto la Regione per sostituire le funi, affidando alla Provincia le pratiche di individuazione del gestore, passato da ConSerVco a Nerini; l’hanno fatto la Regione e il Comune di Stresa tra il 2014 e il 2015, mettendo risorse proprie per cofinanziare i lavori.


