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guerra nina

STRESA - 22-07-2021 -- Si tiene questa sera il primo dei cinque incontri con l’autore per presentare i libri finalisti dell’edizione 2021 del Premio Stresa di narrativa. Alle 21,15, in presenza per chi s’è registrato, on-line per tutti, al Regina Palace sarà presente Imma Vitelli, autrice di “La guerra di Nina”, edito da Longanesi. Di seguito ne diamo una breve presentazione.

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All’origine di ogni guerra locale o mondiale ci sono uno o più uomini in conflitto interiore che cercano una ragione, una giustificazione all’odio che li divora.

Il giustizialismo nel nome di Dio o di una entità che comanda profeti indottrinati da credenze e religioni sono la riprova della vendetta celata che si manifesta nelle persone cresciute nella convinzione che il nemico va combattuto, punito, eliminato.

Il romanzo di Imma Vitelli, è la storia del viaggio in Siria di una giornalista e di un fotografo in cerca di verità, di pace e di un futuro a colori.

Durante la caduta del dittatore Bashar al Assad a Beirut, i due amanti spericolati si scontrano con inquietanti contrasti di eventi in bianco nero che si succedono al ritmo del tempo, a volte folgorante come un lampo nel cielo ma anche immobile come il diagramma piatto di un battito cardiaco.

Ad Aleppo, come a Roma o in qualsiasi altra città al mondo si vive di percezioni che il più delle volte non hanno nulla a che fare con la realtà dei fatti, dei luoghi e delle persone.

Nina e Omar si muovono in cerca di conoscenza, trascinandosi dietro bagagli di certezze che si frantumano al ritmo degli ostacoli, si barricano dietro culture e tradizioni che alla fine, tra corpo e spirito, sono la loro unica salvezza.

Con delicatezza l’autrice lascia trapelare alcune verità condivisibili tra le parole che, trascritte in arabo, sono ancora più suggestive.

Khatar, forse è tutto khatar ma essere in “pericolo” non vuol dire privarsi della vita anche quando ci si sente in bilico tra la morte o la pazzia.

Nella prima come nella seconda parte del romanzo emergono graffianti sequenze di pensieri che raccontano sentimenti di desolazione, di angoscia e di paura che contrastano con le note soavi di un amore genuino che sostiene e motiva i due protagonisti, dall’inizio alla fine della narrazione.

“Chi non conosce la verità è uno sciocco ma chi, conoscendola, la chiama bugia è un delinquente”,

questa frase dell’autrice dice molto di come stanno andando le cose nel mondo da quel 2013.

Khaled, l’amico di Omar è un idealista fermamente convinto di essere dalla parte giusta, in un territorio costellato di fazioni in eterna lotta tra di loro; Amal è una donna carismatica che sa quello che vuole e non si arrende perché, da spirito vivo quale è, raggiunge il suo sogno.

Nina invece oscilla come sull’altalena tra la ragione del cuore e la ragione della mente, sempre in fuga dalla felicità più prossima, proprio quella che stava cercando con i suoi viaggi in Medio Oriente.

Nina Venti è la voce delle donne, pronta ad afferrare l’essenza dei momenti felici vissuti con la persona amata, anche quando sono solo più un ricordo.

Monica Pontet

docente, scrittrice pubblicista

 


 

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