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VERBANIA – 26-06-2021 -- Il loro matrimonio, dal quale sono nate tre figlie, era alla fine e, tra lei e lui, s’era intromessa una terza persona, l’uomo al quale -dopo la separazione- la donna s’è legata creando una nuova famiglia con la nascita di un’altra bambina.

È in questo contesto d’una coppia in crisi che, alla fine del 2019, sono accaduti i fatti per i quali lui, un 44enne ossolano, è stato processato e condannato dal Tribunale di Verbania per stalking e lesioni nei confronti della ex, di 33 anni.

Quattro gli episodi contestati. I primi risalgono a ottobre e si concentrano in tre giorni quando, al culmine di una lite, lui proferì minacce di morte impugnando un piccone; e quando distrusse il telefono della moglie dopo che aveva visto arrivare un messaggio da quello che sarebbe diventato il futuro compagno. Due mesi più tardi, mentre stava recuperando da casa abiti ed effetti personali, prese a calci il cancelletto d’ingresso, danneggiandolo, per poi entrare, non autorizzato, nell’abitazione dove, tra uno spintone, una minaccia e una sbracciata, la colpì al naso provocandole lievi lesioni. “Ti taglierò la testa” è, infine, l’ultima minaccia dell’11 dicembre.

Già sottoposto a divieto di avvicinamento, a seguito delle denunce della ex moglie il 44enne è finito a giudizio per quello che la Procura ha inquadrato come stalking, una serie di atti persecutori che, nel dibattimento, sono stati analizzati, insieme alle complicate relazioni familiari. L’imputato s’è difeso riconducendo gli eccessi a momenti di tensione in un quadro di rapporti che non erano poi così pessimi, tanto che gli è stato consentito dalla ex di entrare in casa e di vedere le figlie nonostante i provvedimenti restrittivi. Ciò ha indotto il pm a chiedere la derubricazione da stalking a minaccia semplice, non perseguibile per difetto di querela, e una condanna a 1.200 euro di multa per le sole lesioni.

La parte civile, difesa dall’avvocato Marco Gagliardini, ha invece ricostruito all’opposto quei mesi di fine 2019 in cui la sua cliente fu ripetutamente vessata, chiedendone la condanna e avanzando richiesta di risarcimento. Il giudice ha accolto la tesi dello stalking, ha condannato il 44enne a 9 mesi e a un risarcimento provvisionale di 2.000 euro, oltre alle spese legali.

 


 

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