DIAMANTE - 28-05-2021 -- Un dolore insopportabile, ma anche la grande vicinanza di una comunità che s’è raccolta attorno alla famiglia di questa ragazza giovane, bella e intelligente che aveva davanti a sé una vita stroncata troppo presto. Ieri a Diamante, nel Cosentino, sono stati celebrati i funerali di Serena Cosentino, la ricercatrice del Cnr morta domenica, insieme al fidanzato Mohammadreza Shahaisavandi, nella tragedia della funivia del Mottarone.
Serena aveva ventisette anni e dal mese di marzo viveva a Verbania, dove s’era trasferita dalla Calabria perché vincitrice di una borsa come ricercatrice all’Irsa di Pallanza che l’avrebbe impiegata per un anno. Ai funerali, celebrati nella chiesa Gesù buon pastore dall’arcivescovo di San Marco Argentano-Scalea Leonardo Bonanno, hanno partecipato centinaia di persone. In tanti hanno atteso il feretro al di fuori del luogo di culto, e non solo per la ridotta capienza dovuta alle norme anti-Covid. La salma è arrivata accompagnata da un lungo applauso e seguita dai familiari della giovane ricercatrice: il papà Maurizio e la mamma Ada, le sorelle e il fratello. I parenti indossavano una maglietta gialla, il colore della ricerca, in omaggio all’attività lavorativa di Serena.
“Il cristiano sa che questa non è una vita sicura ma cerchiamo comunque una dimora stabile. Vivere la dipartita di una ragazza giovane, brava e intelligente, dimostra come alcuni nostri giovani siano lezione di una dignità ferma, senza sottomissioni, un patrimonio che non dobbiamo far disperdere e che Dio valorizzerà” - ha detto l’arcivescovo.
“Ringrazio chi ci è stato vicino in questo momento, chi si è stretto a me – ha aggiunto il padre –. Serena era amore, era un angelo sulla terra. A chi mi chiede di cosa ho bisogno, dico l'amore che volevate dare a me datelo ai più deboli, ai poveri, a chi ha bisogno”. Un ricordo personale l’ha dato la sorella Federica, il cui discorso è stato più volte interrotto dal pianto, segno di un dolore troppo grande.


