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VERBANIA - 22-05-2021 -- “Sono diciotto mesi che non lavoriamo e, con questa incertezza, non sappiamo quando potremo tornare a farlo”. Federica Zambonini (nella foto), titolare della Verbano Events di Baveno, è un’imprenditrice del mondo del wedding. Organizza e pianifica matrimoni, una delle attività più duramente colpite dalla pandemia e che – accusa – è ancor più penalizzata dalle ultime decisioni del governo.

“La cabina di regia ha dato il via libera a molte attività, eppure le uniche a dover richiedere ai propri ospiti il famigerato green pass sono esclusivamente quelle legate agli eventi – afferma –. Un ulteriore segno dell’indifferenza che le Istituzioni e tutte le parti politiche nutrono nei confronti dell’event industry, unico settore che dovrà sperimentare la ripartenza delle attività adottando questo requisito, quasi come fosse una penalità. Allora perché questa scelta non è stata fatta mesi fa (come per i cinema) evitando il tracollo delle nostre imprese?”.

L’imprenditrice si lamenta della mancanza di chiarezza. “Nessuno sa come sarà il green pass, che anche il Garante della privacy dice sia illegittimo. E non ci sono protocolli per gli eventi. Abbiamo rappresentanti di categoria che non sono mai stati nemmeno interpellati: le regole andrebbero scritte con gli operatori che conoscono la realtà”.

C’è incertezza anche sulle date. “Per noi è terribile perché un matrimonio non si organizza in una settimana. Annunciare che si può riaprire dal 15 giugno ma col green pass significa dire il nulla. C’è poi il problema degli stranieri, che vedono tanta confusione nel nostro Paese e, a ogni annuncio della cabina di regia, posticipano o disdicono. Così non si può andare avanti”.

La speranza è salvare almeno questa stagione. “Ho un matrimonio fissato l’11 agosto a Stresa ma, sinceramente, non so che cosa potrò o non potrò fare. Se ci danno risposte immediate, forse potremo recuperare in autunno”.

Dal governo sono arrivati i sostegni? “Pochi, ampiamente insufficienti anche solo per mantenere aperta la società. Io personalmente non solo non ho incassato nulla, ma ho anche quattro dipendenti in carico e le spese fisse. Se ci lasciassero lavorare, i sostegni non servirebbero”.

 

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