
ROMA - 29-04-2021 -- Nella sostanza nulla cambia ma, almeno nelle intenzioni, è un passo avanti verso una sorta di “zona franca” da Covid-19. Ieri il governo ha fatto proprio l’ordine del giorno presentato dal deputato varesino Matteo Bianchi, che punta a togliere sin da subito le restrizioni alla mobilità transfrontaliera per chi vive a ridosso delle zona di confine.
L’economia del Canton Ticino ha interessi reciproci e profondi con le province di Varese e del Vco. E non solo per le decine di migliaia di frontalieri che, quotidianamente, varcano il confine per lavorare nella Confederazione. A loro il transito è consentito regolarmente. Non, però, a chi ha parenti, amici o affetti oltre la dogana e, soprattutto, a chi la varca per acquisti o commissioni. I negozi di Cannobio, per non parlare del mercato settimanale della domenica -anche quello di Intra del sabato- hanno tra i clienti gli svizzeri che scelgono la convenienza dei prezzi italiani per far spesa. Ci sono poi turisti e gitanti ai quali è tuttora fatto divieto di andare in Italia (e, reciprocamente, di entrare in Svizzera) per le restrizioni in atto sulla pandemia.
La proposta Bianchi mira a costituire una zona-cuscinetto di 40 chilometri, 20 in territorio elvetico e altrettanti in quello italiano entro la quale la circolazione delle persone e dei mezzi sia consentita. Il governo ha accolto la proposta contenuta nell’ordine del giorno. In concreto non ci sono variazioni, ma un impegno generico.
Le ultime notizie raccolte su entrambi i lati del confine vogliono le rispettive autorità schierate per non concedere aperture nel mese di maggio, ma impegnate a un attento monitoraggio dell’evoluzione della pandemia e delle operazioni vaccinali in modo da revocare i divieti quando il quadro sarà migliore.


