VERBANIA - 12-04-2021 -- Critiche, polemiche e decise prese di distanza caratterizzano la “coda” della manifestazione che sabato pomeriggio, in piazza Fratelli Bandiera a Intra, ha visto centinaia di attivisti Covid-scettici radunarsi per ascoltare i discorsi del gruppo di relatori raccolti attorno all’onorevole Sara Cunial, le cui posizioni no vax da mesi sono al centro delle polemiche.
Contro al metodo della protesta, cioè contro una manifestazione che è andata in scena, sotto gli occhi di tutti i passanti e la vigilanza delle forze dell’ordine in assembramento e senza -nella stragrande maggioranza dei casi- l’uso obbligatorio della mascherina, s’è espresso Damiano Colombo di Fratelli d’Italia: “Anche se molte critiche mosse da questa gente erano rivolte al Governo, e avrebbero potuto trovarmi in parte d’accordo, questo è stato davvero un pessimo esempio e una beffa nei confronti di, CON FATICA, rispetta le regole”.
Più duro il commento della segreteria provinciale del Partito democratico, che esprime “amarezza e disappunto” per “la manifestazione negazionista no vax”. “Dopo più di un anno che combattiamo contro questa terribile pandemia vedere persone, arrivate anche da fuori provincia e regione, assembrate e molte senza mascherina rappresenta uno schiaffo morale alla scienza, ai malati, a tutte le persone che hanno purtroppo perso i loro cari a causa del Covid, uno schiaffo agli operatori sanitari che, con turni massacranti, lavorano per la nostra salute, alle attività economiche chiuse e a tutte le persone che hanno difficoltà economiche, e che hanno fatto grandi sacrifici fino ad ora” - afferma la segretaria Alice De Ambrogi: “stigmatizziamo fortemente non solo i contenuti della manifestazione di ieri, a cui peraltro ha partecipato anche una parlamentare della Repubblica, ma anche questo assembramento che, proprio mentre ci affacciamo alla zona arancione, ha rappresentato un pericolo sanitario di contagio per i cittadini”.
Le esternazioni politiche seguono a un fiume di critiche, espresse con toni decisamente più pesanti, che hanno inondato i social network, dove s'è scatenata una sorta di crociata mediatica contro gli organizzatori e i relatori, i quali si difendono con la libertà di parola sancita dalla Costituzione.


