VERBANIA - 11-04-2021 -- La sanità torna ad agitare la politica provinciale. Sono bastati due articoli di indiscrezioni pubblicati in settimana dal quotidiano La Stampa per riaccendere dalle ceneri il fuoco della polemica tra territori che aveva caratterizzato l’annuncio di riforma del sistema ospedaliero (nuovo ospedale nella piana domese con demolizione del “San Biagio” e declassamento del “Castelli”).
Il primo, anticipando lo studio che l’Ires (l’istituto statistico controllato dalla Regione) sta realizzando sulla sanità, ha tratteggiato lo scenario dell’ospedale cardine domese, di un Coq potenziato e di un nosocomio verbanese che dovrebbe avere un Dea, 125 posti letto e si dovrebbe specializzare in specialità cardiologiche-neurologiche.
Il secondo, chiamando in causa l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi, è entrato nel merito dei fondi per la costruzione del nuovo ospedale, che dovrebbero provenire dall’Inail e non dai privati come ventilato.
Pur trattandosi di bozze e di anticipazioni di un documento ancora in fase di lavorazione e che sarà pronto presumibilmente entro maggio, le reazioni non sono state positive. Il Comitato Salute Vco, che è verbanese e politicamente contiguo al centrosinistra, ha apertamente parlato di uno studio -quello dell’Ires- piegato ai desiderata politici della giunta di centrodestra, che premierebbe l’Ossola e Omegna a discapito del “finto ospedale Castelli perché parlare di Dea è malafede”.
A seguire questo attacco frontale è arrivata, ieri, la nota stampa del sindaco di Verbania Silvia Marchionini che, con più diplomazia, incalza comunque Torino, ma anche l’Asl. Il primo cittadino del capoluogo ha chiesto alla Regione, sulla scorta delle indiscrezioni giornalistiche, di poter visionare lo studio commissionato all’Ires “ed avere copia della ricerca effettuata, con particolare attenzione all’ospedale Castelli e al prospettato partnerariato pubblico/privato”.
L’intenzione è di stanare la Regione, ma anche la direzione dell’Asl Vco, invitate a smentire le eventuali notizie che non fossero vere.
Dietro la richiesta, non espressi formalmente ma allusi, ci sono i timori e i sospetti del centrosinistra d’una diretta influenza politica, in particolare della Lega (dei suoi rappresentanti istituzionali e dirigenti locali), volta a far accreditare una riforma sanitaria penalizzante per Verbania e il Verbano tramite lo studio statistico.
Al di là delle schermaglie, il tema della sanità resta centrale. La pandemia, che ha aperto nuovi scenari che vanno oltre lo storico taglio delle risorse operato dalla Regione negli ultimi vent’anni, l’ha congelato. Ciò non significa che il futuro assetto della sanità non resti un terreno minato e di potenziale scontro, politico e territoriale.


