VERBANIA - 06-04-2021 -- Le dimissioni da ogni carica e le parziali ammissioni rese di fronte al giudice non sono bastate per la revoca degli arresti domiciliari all’ex sindaco (e, fino a pochi giorni fa, vicesindaco) di San Bernardino Verbano. Giovanni Lietta, indagato per peculato, non potrà lasciare l’abitazione di Rovegro, né comunicare con persone diverse dai familiari su decisione del giudice Elena Ceriotti, che oggi ha respinto l’istanza di revoca della misura cautelare presentata giovedì scorso dall’avvocato Loredana Brizio al termine dell’interrogatorio di garanzia.

Il magistrato ha ritenuto, seguendo l’ipotesi accusatoria del sostituto procuratore Sveva De Liguoro, che le risposte fornite dall’ex sindaco -che ha respinto le accuse per la gran parte delle contestazioni- non siano convincenti di fronte al quadro probatorio emerso e che, nonostante le dimissioni, resti elevato il rischio che Lietta possa influenzare coloro che sono stati sentiti come testimoni, come dimostrerebbero le intercettazioni raccolte durante le indagini.

Al giudice l’indagato ha ammesso di aver trattenuto per sé 100 euro in contanti prelevati dal fondo per le spese economali e destinati al Circolo, e ha riconosciuto che la fattura di 200 euro del gommista fosse per un suo pneumatico. Ha però negato di aver utilizzato i circa 900 euro di carburanti acquistati al distributore convenzionato tramite le schede dei veicoli comunali e trasportati in taniche sulla sua vettura, asserendo che la benzina era per i mezzi e le attrezzature della protezione civile. E, a proposito dei fondi -21.000 euro circa- che dal 2016 al 2019 (quando era sindaco) sono stati destinati alla protezione civile e per la cui spesa non vi sono giustificativi, ha negato che siano stati utilizzati da lui.

Nel rigettare la revoca dei domiciliari, il gip ha negato all’ex sindaco anche il permesso a recarsi sul posto di lavoro, richiesta presentata in subordine.