
S. BERNARDINO V. - 30-03-2021 -- Ristretto da ieri mattina nella sua abitazione della frazione Rovegro, Giovanni Lietta si presenterà dal giudice Elena Ceriotti dopodomani. Alle 12 di giovedì è stato infatti fissato l’interrogatorio di garanzia dell’ex sindaco e attuale vice di San Bernardino Verbano, ai domiciliari con l’accusa di peculato.
Secondo la Procura e il sostituto Sveva De Liguoro, che ha coordinato le indagini condotte dalla Digos di Verbania, dal 2016 all’ottobre del 2019 ha gestito per fini personali non meno di 22.000 euro di fondi comunali. L’avrebbe fatto quando ancora era sindaco, sino all’autunno del 2019, ma anche in seguito, dopo che –non potendo candidarsi per un quarto mandato– era diventato vice di Assunta Rigoli.
Ed è stata lei, attuale primo cittadino del centro dell’entroterra verbanese, 1.400 abitanti circa, a presentare alla questura l’esposto da cui è partita l’indagine. L’ha fatto il 21 ottobre di due anni fa, integrando la querela il giorno successivo. L’ha fatto dopo aver ricevuto in municipio lettere anonime che segnalavano una mala gestio di Lietta e a seguito di un infruttuoso confronto col diretto interessato, che ha negato.
Acquisizione di documenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, testimonianze di dipendenti e fornitori hanno permesso alla Procura di ricostruire le condotte contestate.
La prima riguarda l’uso delle schede carburante dei quattro mezzi municipali, con le quali Lietta ha riempito, al distributore convenzionato, taniche di benzina e gasolio che sosteneva destinate ai mezzi e alle attrezzature della protezione civile. Nove gli episodi contestati tra il giugno e il settembre 2019, per poco meno di 700 euro.
Ed è proprio tramite la protezione civile che, secondo l’accusa, nel tempo è stata sottratta la somma maggiore: oltre 21.000 euro. Gli addebiti contestati non vertono su episodi specifici ma sull’assunto che, dal 2014, incrementando i contributi per la protezione civile (da 500 euro ai 6.100 del 2019, con un picco di 8.100 nel 2018) avesse creato dei fondi spesi, senza rendicontazione, per fini personali.
Come i 100 euro che avrebbe ricevuto nell’estate di due anni fa dal Comune per pagare il gestore del Circolo e che si sarebbe trattenuto. O come i 200 euro di una fattura dal gommista falsificata per far sembrare che gli pneumatici sostituiti fossero della vettura del Comune.
Lietta, che è assistito dall’avvocato Loredana Brizio, respinge le accuse. Il suo legale riferisce che è molto provato ma che all’interrogatorio di garanzia fornirà le spiegazioni sulle spese contestate, sostenute in effetti proprio per esigenze legate all’attività del Comune, e non proprie.


