TREVISO - 28-03-2021 -- Le azioni di Veneto Banca, nel triennio 2012-2014, erano sopravvalutate del 40% per fornire false rassicurazioni ai nuovi e vecchi sottoscrittori circa la loro solidità finanziaria.
Ma secondo una consulenza del professor Angelo Maglietta, docente alla Iulm di Milano incaricato di un’analisi sul valore del titolo dalla Procura di Treviso, l'esatto valore delle azioni risulta "pompato" da un minimo del 77% ad un massimo del 79%, da 39-40 euro.
Ora, questi 30 euro di differenza risultano agli atti della chiusura delle indagini dell'inchiesta per le truffe che sarebbero state perpetrate ai danni dei risparmiatori di Verbania, fascicolo che il procuratore Massimo De Bortoli e il sostituto Gabriella Cama unificheranno con le indagini sulle truffe commesse a Treviso. Fra gli indagati l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, l’ex condirettore generale e responsabile dell'area commerciale Mosé Fagiani, l'ex responsabile della Direzione centrale Renato Merlo, l'ex responsabile della Direzione centrale amministrazione Stefano Bertolo, l'ex responsabile della Direzione centrale compliance Massimo Lembo, l’ex direttore Area mercato Cataldo Piccarreta.
Dall'indagine dovrebbero uscire definitivamente gli impiegati -direttori di filiale e venditori- di Veneto Banca che, nel Vco, avevano venduto azioni dell’istituto di credito. La Procura di Verbania ne ha chiesto il rinvio a giudizio, insieme ai vertici della banca, nel procedimento che nel febbraio del 2020 il gup Beatrice Alesci ha sentenziato sia trasferito proprio a Treviso per competenza territoriale nei reati di truffa aggravata.


