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tribunale 16

VERBANIA - 16-03-2021 -- Per la Procura lo spacciatore è lui e non la sorella che s’è presa la colpa. Rischia dieci anni di carcere –questa è la richiesta del pm Anna Maria Rossi– il ventenne romeno residente a Gallarate che il 5 febbraio del 2019 fu fermato in auto mentre entrava in Verbania. Una fonte confidenziale ne aveva annunciato l’arrivo, al volante di una Fiat Stilo. La Squadra mobile l’attendeva al posto di blocco istituito proprio di fronte alla questura. Sul veicolo, oltre al guidatore seduto davanti, nei sedili posteriori si trovavano la sorella e, nel seggiolino, il figlio di tre anni di lei. Furono invitati a proseguire nel piazzale della questura, dove ci fu una prima perquisizione all’autista e al veicolo, con esito negativo. Per procedere con l’ispezione personale sulla sorella fu chiamata un’agente donna che, più tardi e nell’ufficio, rinvenne un involucro contenente un certo quantitativo di polvere bianca.

Nella busta c’erano oltre quattro etti di cocaina che, mandati ad analizzare, sono stati ritenuti di ottima qualità, pari 1.405 dosi il cui valore commerciale supererebbe i 100.000 euro. Il più grande sequestro da quando sono a Verbania – ha detto al processo che vede il romeno alla sbarra uno dei poliziotti che procedette all’arresto. Lo spacciatore è lui – ha sottolineato il pm, ricostruendo non solo i fatti del 5 febbraio, ma anche ciò che era accaduto prima e gli esiti dell’indagine che ne è scaturita.

Fin da subito, infatti, la sorella disse che la cocaina era sua, che gliel’aveva data un imprecisato albanese in una discoteca del Novarese, dandole istruzioni di lasciarla nell’auto, posteggiata aperta in una piazza di Verbania il giorno convenuto.

Una versione ritenuta inverosimile dal sostituto procuratore Gianluca Periani, anche perché l’autista della Stilo ha precedenti penali specifici per droga. La Procura ne chiese l’arresto, poi convalidato dal gip. Nell’interrogatorio di garanzia, questi disse che era la prima volta che si recava a Verbania, che l’aveva fatto per accompagnare la sorella a fare shopping e che, in realtà, una volta era transitato in città diretto a Locarno, dove viveva un amico.

L’accusa ha prodotto i tabulati telefonici che dimostrano almeno otto passaggi nei periodi precedenti e successivi al fermo. Sarebbe la prova dell’attività di spaccio per la quale il pm Rossi, anche a fronte della recidiva, ha chiesto la condanna a 10 anni e 45.000 euro di multa.

Secondo Gabriele Pipicelli, avvocato della difesa, si tratta di un teorema che non ha prove a riscontro perché l’imputato è estraneo al possesso della cocaina, per il quale la sorella ha patteggiato in udienza preliminare.

Il giudice Annalisa Palomba ha rinviato al 25 marzo per repliche e sentenza.

 


 

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