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STRESA - 12-03-2021 -- Il Consiglio di Stato dà ragione alla Regione, boccia Stresa negandole un milione di euro e fa ripiombare la La Palazzola nell’oblio del degrado e della mancanza di un piano di rilancio. S’è chiusa in questi giorni con la sentenza pronunciata dalla Quarta sezione la vertenza giudiziaria tra il comune di Stresa e la regione Piemonte sull’accordo di programma del 2004 che avrebbe dovuto trasformare la villa situata sul lungolago -abbandonata da anni e di proprietà municipale- in un centro turistico-culturale.

Nel marzo del 2020, dopo che il Consiglio comunale aveva respinto la proposta di transazione concordata dal sindaco Giuseppe Bottini (unico astenuto a fronte di tutti, maggioranza e minoranze, contrari), era arrivata dal Tar Piemonte la sentenza che dichiarava la Regione inadempiente nei patti originari -doveva versare 5 milioni alla Fondazione La Palazzola, costituita ad hoc, e ne conferì poco più di uno- condannandola a versare al Comune 1.080.000 euro.

Quella decisione era stata impugnata proprio dal Comune, che chiedeva di avere più denaro, ma anche in via incidentale dalla Regione, decisa nel sostenere che nulla era dovuto.

I giudici si sono pronunciati in favore di Torino, sottolineando che i tagli della spending review imposti dal governo alle Regioni negli ultimi anni sono un motivo sufficiente per giustificare una revisione delle proprie spese e priorità, tanto più che un accordo di programma (la formula scelta per il “patto” di rilancio della Palazzola) non è un contratto vincolante tra due soggetti privati, ma lo strumento per perseguire l’interesse pubblico.

Gli stessi magistrati hanno inoltre riconosciuto una responsabilità del comune di Stresa nei ritardi del progetto di riqualificazione.

All’atto pratico, Stresa perde il milione di risarcimento, non ha più il budget -a meno che non trovi altre risorse- per ristrutturare la villa, che diventa l’unico bene della Fondazione appositamente costituita.

 


 

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