VERBANIA – 16-01-2021 –- Al giudice ha raccontato di avere una grande passione per gli uccelli e che quei due esemplari che teneva a casa, in gabbia, li aveva acquistati on-line e non catturati illegalmente. S’è chiusa con una condanna a 7 mesi e 700 euro (pena sospesa) la vicenda di un cittadino del Marocco residente nel basso Verbano che, nell’estate del 2019, fu denunciato dai carabinieri forestali per furto venatorio e uccellagione. I militari della stazione di Nebbiuno rinvennero, attorno all’orto dell’abitazione in cui vive con la famiglia, una rete lunga parecchi metri, utilizzata di norma per l’uccellagione. Era stesa verso l’esterno e s’accompagnava, nella proprietà, ad gabbie e ad altri attrezzi per catturare i volatili. Tra le due dozzine di gabbie ce n’erano due che contenevano ciascuna un cardellino, una specie che è vietato cacciare ma che si può commerciare. L’uomo non seppe giustificarne il possesso, non fu in grado di produrre la documentazione che ne attestasse l’origine. Da ciò i carabinieri dedussero che li aveva presi nel bosco, con le reti che possedeva.
Processato per i due capi d’imputazione, s’è difeso sostenendo che non vi fosse prova alcuna dell’origine selvatica dei due fringillidi, ma solo indizi e, anche pur non avendo fatture o ricevute, quei due uccellini erano stati comprati on-line. La rete, invece, serviva per proteggere l’orto. Una tesi che non ha convinto il got Elisabetta Ferrario, che l’ha condannato alla pena chiesta dal pm Chiara Radica.


