VERBANIA - 31-12-2020 -- Incinta di 13 settimane, si presentò al Dea lamentando dolori al collo e alla schiena, così come la suocera. Lei, giovane marocchina di 28 anni, era al volante di un’Audi quando -il 12 marzo del 2018- in via Troubetzkoy proveniente da Fondotoce e diretta a Suna, fu tamponata da una Renault Clio condotta da un verbanese. Il tamponamento non avvenne ad alta velocità, ma i referti medici e le prognosi attribuite dai medici del Dea del “Castelli”, rispettivamente di 60 e di 30 giorni, hanno determinato per l’automobilista un procedimento penale d’ufficio per lesioni stradali gravi. Processo che, tuttavia, s’è chiuso con un proscioglimento. È stata la testimonianza della stessa parte offesa a ridimensionare la portata del sinistro rilevato dalla polizia municipale. “Avvenne anche per colpa mia – ha raccontato la giovane mamma –, che vidi arrivare l’auto dallo specchietto revisore e, per agitazione, frenai”. Al di là della colpa, evidente, ciò che ha evitato all’imputato una condanna sono state la gravità delle lesioni, inferiori alla prima prognosi medica e alla soglia oltre la quale le lesioni stradali colpose sono gravi e, quindi, procedibili d’ufficio. Mancando la querela, è stato lo stesso pm a chiedere la dichiarazione di non doversi procedere, pronunciata poi dal giudice.


